CASERTA. La crisi del prezzo del latte di bufala in area Dop – crollato da 1,80 euro al chilogrammo fino a 1,20 euro e ben sotto i costi di produzione – è il frutto delle scelte sbagliate fatte per favorire gli interessi dei grandi gruppi multinazionali del settore che ormai giocano un ruolo da protagonisti sul mercato del latte e che puntano ad accaparrarsi materia prima ed a rendere banale un grande prodotto di territorio: la Mozzarella di Bufala Campana Dop. E sullo sfondo c’è l’inadeguatezza del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana sul fronte di una mancata programmazione della produzione e di un nullo intervento sul mercato con opportune politiche di promozione.
E per uscire da questa situazione occorre che la politica intervenga a favore della filiera della Mozzarella di Bufala Campana Dop riformando la tracciabilità di filiera con un unico soggetto pubblico che controlli sia la produzione Dop che quella non Dop, ma anche per aiutare la piccola trasformazione ed i piccoli e medi allevatori di bufale, certificando la Mozzarella Dop tradizionale e anche la Carne di Bufalo Campana con una nuova Dop.
Inoltre, è stato annunciato l’avvenuto formale invito ad Assolatte di una missiva dal chiaro contenuto: tentare di trovare una soluzione alla vertenza latte, al quale si è associata la Cna di Caserta. Frattanto, tra dicembre e gennaio si terranno gli Stati Generali a difesa della Mozzarella di Bufala Campana Dop, per sostenere la vertenza e dire no a Mozzarella Dop frozen o ottenuta mediante fusori, tecnica che consente di utilizzare meno latte per produrre uno stesso quantitativo di prodotto finito.
È quanto si detto stamane durante la conferenza stampa di Altragricoltura – Confederazione sindacale per la Sovranità Alimentare e Cna di Caserta, con la quale si sono presentati i contenuti del documento con le proposte per la soluzione della crisi del prezzo del latte di bufala nell’area Dop della Mozzarella di bufala, che saranno pubblicati a breve sul sito web https://altragricoltura.
Sono intervenuti, Gianni Fabbris, segretario generale confederale, Diego Noviello, allevatore componente del direttivo Altragricoltura – CSSA di Caserta e Vincenzo Santo, presidente Cna di Caserta.
Ha introdotto Gianni Fabbris, che dopo un ampio preambolo sulla crisi del latte di bufala ha sottolineato: “Non ci convince per nulla l’esistenza stessa della crisi del latte di bufala. Ci sarebbe una sovrabbondanza di latte per mancanza di destagionalizzazione dei parti, cosa che avrebbe costretto i caseifici che possono permetterselo a congelare troppo latte, saturando i magazzini. Inoltre vi sarebbe una significativa flessione della domanda di Mozzarella di Bufala Campana Dop nei mercati di Germania e Francia. Lo diciamo subito: non ci convincono per nulla queste ricostruzioni perché queste due variabili, pure importanti, non hanno né la forza né la dimensione per portare il prezzo del latte da 1,80 euro al chilogrammo a 1,20 euro”.
Secondo Altragricoltura CSSA questi fattori non sono la causa della crisi, “bensì gli effetti di scelte sbagliate del passato, frutto di una serie di interventi che hanno stravolto la domanda e l’offerta di Mozzarella con l’ingresso sul mercato delle multinazionali del settore che sono intervenute con ingenti investimenti per l’accaparramento della materia prima sul mercato e per esportare sempre più lontano il prodotto – sottolinea Fabbris.
“Non poniamo una questione di nostalgia del passato – aggiunge Fabbris – ma crediamo che questo intervento nella filiera della Mozzarella di Bufala Campana Dop abbia inciso negativamente sulla qualità del prodotto, sulle sue qualità organolettiche, con l’utilizzo di alcune tecniche si arriva ad una shelf-life di 15 giorni contro una tradizionale di non oltre 4 giorni, pertanto la qualità di questo prodotto – che si sta trasformando – incide negativamente sulla domanda, a fronte di un prezzo di vendita che permane in fascia alta.”
“Gli allevatori non possono farsi carico degli errori dei caseifici industriali sui mercati esteri, che sta creando l’eccesso di produzione lattiera – dice ancora il segretario generale confederale – Lactalis con grandi investimenti sta facendo incetta: ci consta che il 50% del latte congelato stoccato nei magazzini dei trasformatori sia nelle aziende riconducibili a Lactalis, il tutto in un mercato senza regole, senza controlli e senza pianificazione – sottolinea Fabbris, altro che gli allevatori che non sanno fare il loro mestiere”.
Adriano Noviello, del coordinamento Altragricoltura Cssa di Caserta, ha spiegato come l’impatto delle politiche sanitarie di eradicazione di Brucellosi e Tubercolosi negli allevamenti è stato sicuramente negativo sulla destagionalizzazione dei parti, ma in maniera moderata e che da solo non sarebbe stato in grado di determinare una grande abbondanza di latte fuori dai mesi estivi, quelli di maggior domanda di Mozzarella di Bufala. Al contrario, sicuramente durante il periodo forte degli abbattimenti di capi bufalini in provincia di Caserta per motivi sanitari, molti allevatori in area Dop nelle altre province (Frosinone, Latina, Foggia, Salerno) sono stati incentivati proprio dai caseifici a disattendere alla destagionalizzazione dei parti per supplire alle carenze produttive del casertano, dove gli abbattimenti e lo stamping out avevano inciso negativamente sulla produzione lattiera.
Inoltre, Noviello ha segnalato una notevole produzione di latte di bufala in Puglia, non proveniente da allevamenti Dop, che ha alimentato il mercato della mozzarella di latte di bufala non dop e della mozzarella mista, alterando il mercato di quella Dop sul piano della percezione del prodotto da parte del consumatore.
Vincenzo Santo, presidente Cna Campania Nord ha detto: “Credo sia fondamentale pervenire ad un prezzo orientativo del latte di bufala alla stalla che garantisca il lavoro e l’impegno degli allevatori e credo che i richiami di Adriano Noviello e Gianni Fabbris vadano nella giusta direzione di un richiamo forte al Consorzio di Tutela alla sua reale missione, inoltre siamo pronti come Cna ad affrontare un dialogo senza pregiudizi con Assolatte.”
Il Documento presentato in conferenza stampa contiene poi le proposte del sindacato per uscire da una crisi che potrebbe essere fatale a non meno di 400 aziende zootecniche bufaline in area Dop.
Obiettivi generali di Riforma del comparto
1) Difendere e valorizzare la Mozzarella di Bufala Campana tutelando le trasformazioni artigianali e
garantendo il vincolo dell’allevamento territoriale;
2) Un impegno delle istituzioni per assicurare la tracciabilità e la trasparenza dell’etichettatura per garantire i consumatori e i produttori: la tracciabilità deve essere reale e controllata lungo tutta la filiera, le etichette devono essere chiare e senza equivoci, anche in considerazione del fatto che con il latte di bufala possono essere messe sul mercato anche mozzarelle di latte di bufala con materia prima non necessariamente di area Dop e mozzarelle miste, con anche latte di bufala;
3) Ottenere dalla Istituzioni un quadro coerente ed organico di rilancio del settore e di controlli e garanzie efficaci;
4) Superare la frammentazione e la disarticolazione del comparto promuovendo e lavorando alla nascita di filiere omogenee e coerenti in modo da offrire ai consumatori prodotti rispondenti alla reale missione del comparto di produzioni vincolate al territorio e con metodi artigianali;
5) Verificare la funzione e il funzionamento del Consorzio di Tutela della DOP sottraendolo ai rischi di manipolazione di interessi speculativi che lo hanno condannato all’inefficacia e al silenzio.
La crisi del prezzo del latte di bufala in area Dop – crollato da 1,80 euro al chilogrammo fino a 1,20 euro e ben sotto i costi di produzione – è il frutto delle scelte sbagliate fatte per favorire gli interessi dei grandi gruppi multinazionali del settore che ormai giocano un ruolo da protagonisti sul mercato del latte e che puntano ad accaparrarsi materia prima ed a rendere banale un grande prodotto di territorio: la Mozzarella di Bufala Campana Dop. E sullo sfondo c’è l’inadeguatezza del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana sul fronte di una mancata programmazione della produzione e di un nullo intervento sul mercato con opportune politiche di promozione.
E per uscire da questa situazione occorre che la politica intervenga a favore della filiera della Mozzarella di Bufala Campana Dop riformando la tracciabilità di filiera con un unico soggetto pubblico che controlli sia la produzione Dop che quella non Dop, ma anche per aiutare la piccola trasformazione ed i piccoli e medi allevatori di bufale, certificando la Mozzarella Dop tradizionale e anche la Carne di Bufalo Campana con una nuova Dop.
Inoltre, è stato annunciato l’avvenuto formale invito ad Assolatte di una missiva dal chiaro contenuto: tentare di trovare una soluzione alla vertenza latte, al quale si è associata la Cna di Caserta. Frattanto, tra dicembre e gennaio si terranno gli Stati Generali a difesa della Mozzarella di Bufala Campana Dop, per sostenere la vertenza e dire no a Mozzarella Dop frozen o ottenuta mediante fusori, tecnica che consente di utilizzare meno latte per produrre uno stesso quantitativo di prodotto finito.
È quanto si detto stamane durante la conferenza stampa di Altragricoltura – Confederazione sindacale per la Sovranità Alimentare e Cna di Caserta, con la quale si sono presentati i contenuti del documento con le proposte per la soluzione della crisi del prezzo del latte di bufala nell’area Dop della Mozzarella di bufala, che saranno pubblicati a breve sul sito web https://altragricoltura.
Sono intervenuti, Gianni Fabbris, segretario generale confederale, Diego Noviello, allevatore componente del direttivo Altragricoltura – CSSA di Caserta e Vincenzo Santo, presidente Cna di Caserta.
Ha introdotto Gianni Fabbris, che dopo un ampio preambolo sulla crisi del latte di bufala ha sottolineato: “Non ci convince per nulla l’esistenza stessa della crisi del latte di bufala. Ci sarebbe una sovrabbondanza di latte per mancanza di destagionalizzazione dei parti, cosa che avrebbe costretto i caseifici che possono permetterselo a congelare troppo latte, saturando i magazzini. Inoltre vi sarebbe una significativa flessione della domanda di Mozzarella di Bufala Campana Dop nei mercati di Germania e Francia. Lo diciamo subito: non ci convincono per nulla queste ricostruzioni perché queste due variabili, pure importanti, non hanno né la forza né la dimensione per portare il prezzo del latte da 1,80 euro al chilogrammo a 1,20 euro”.
Secondo Altragricoltura CSSA questi fattori non sono la causa della crisi, “bensì gli effetti di scelte sbagliate del passato, frutto di una serie di interventi che hanno stravolto la domanda e l’offerta di Mozzarella con l’ingresso sul mercato delle multinazionali del settore che sono intervenute con ingenti investimenti per l’accaparramento della materia prima sul mercato e per esportare sempre più lontano il prodotto – sottolinea Fabbris.
“Non poniamo una questione di nostalgia del passato – aggiunge Fabbris – ma crediamo che questo intervento nella filiera della Mozzarella di Bufala Campana Dop abbia inciso negativamente sulla qualità del prodotto, sulle sue qualità organolettiche, con l’utilizzo di alcune tecniche si arriva ad una shelf-life di 15 giorni contro una tradizionale di non oltre 4 giorni, pertanto la qualità di questo prodotto – che si sta trasformando – incide negativamente sulla domanda, a fronte di un prezzo di vendita che permane in fascia alta.”
“Gli allevatori non possono farsi carico degli errori dei caseifici industriali sui mercati esteri, che sta creando l’eccesso di produzione lattiera – dice ancora il segretario generale confederale – Lactalis con grandi investimenti sta facendo incetta: ci consta che il 50% del latte congelato stoccato nei magazzini dei trasformatori sia nelle aziende riconducibili a Lactalis, il tutto in un mercato senza regole, senza controlli e senza pianificazione – sottolinea Fabbris, altro che gli allevatori che non sanno fare il loro mestiere”.
Adriano Noviello, del coordinamento Altragricoltura Cssa di Caserta, ha spiegato come l’impatto delle politiche sanitarie di eradicazione di Brucellosi e Tubercolosi negli allevamenti è stato sicuramente negativo sulla destagionalizzazione dei parti, ma in maniera moderata e che da solo non sarebbe stato in grado di determinare una grande abbondanza di latte fuori dai mesi estivi, quelli di maggior domanda di Mozzarella di Bufala. Al contrario, sicuramente durante il periodo forte degli abbattimenti di capi bufalini in provincia di Caserta per motivi sanitari, molti allevatori in area Dop nelle altre province (Frosinone, Latina, Foggia, Salerno) sono stati incentivati proprio dai caseifici a disattendere alla destagionalizzazione dei parti per supplire alle carenze produttive del casertano, dove gli abbattimenti e lo stamping out avevano inciso negativamente sulla produzione lattiera.
Inoltre, Noviello ha segnalato una notevole produzione di latte di bufala in Puglia, non proveniente da allevamenti Dop, che ha alimentato il mercato della mozzarella di latte di bufala non dop e della mozzarella mista, alterando il mercato di quella Dop sul piano della percezione del prodotto da parte del consumatore.
Vincenzo Santo, presidente Cna Campania Nord ha detto: “Credo sia fondamentale pervenire ad un prezzo orientativo del latte di bufala alla stalla che garantisca il lavoro e l’impegno degli allevatori e credo che i richiami di Adriano Noviello e Gianni Fabbris vadano nella giusta direzione di un richiamo forte al Consorzio di Tutela alla sua reale missione, inoltre siamo pronti come Cna ad affrontare un dialogo senza pregiudizi con Assolatte.”
Il Documento presentato in conferenza stampa contiene poi le proposte del sindacato per uscire da una crisi che potrebbe essere fatale a non meno di 400 aziende zootecniche bufaline in area Dop.
Obiettivi generali di Riforma del comparto
1) Difendere e valorizzare la Mozzarella di Bufala Campana tutelando le trasformazioni artigianali e
garantendo il vincolo dell’allevamento territoriale;
2) Un impegno delle istituzioni per assicurare la tracciabilità e la trasparenza dell’etichettatura per garantire i consumatori e i produttori: la tracciabilità deve essere reale e controllata lungo tutta la filiera, le etichette devono essere chiare e senza equivoci, anche in considerazione del fatto che con il latte di bufala possono essere messe sul mercato anche mozzarelle di latte di bufala con materia prima non necessariamente di area Dop e mozzarelle miste, con anche latte di bufala;
3) Ottenere dalla Istituzioni un quadro coerente ed organico di rilancio del settore e di controlli e garanzie efficaci;
4) Superare la frammentazione e la disarticolazione del comparto promuovendo e lavorando alla nascita di filiere omogenee e coerenti in modo da offrire ai consumatori prodotti rispondenti alla reale missione del comparto di produzioni vincolate al territorio e con metodi artigianali;
5) Verificare la funzione e il funzionamento del Consorzio di Tutela della DOP sottraendolo ai rischi di manipolazione di interessi speculativi che lo hanno condannato all’inefficacia e al silenzio.