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Jabil, c’è un’altra data chiave. Appuntamento al Ministero

Marcianise. Nuovo tavolo a Roma il prossimo 31 ottobre, al Ministero del Lavoro, sulla vertenza dello stabilimento Jabil di Marcianise, su cui pende la decisione dei vertici della multinazionale Usa dell’elettronica di cessare l’attività in Italia entro marzo 2025, scelta che mette concretamente a rischio il posto di lavoro di 420 dipendenti del sito casertano.

Nell’ultimo incontro del 26 settembre scorso si è registrato l’ennesimo nulla di fatto quanto a soluzioni alternative alla cessazione dell’attività con annessi licenziamenti.

L’unica ipotesi sul tavolo è quella della cessione del ramo d’azienda da Jabil ad un’altra compagine societaria, la Tme Assembly Engineering Srl, realizzata da Invitalia, società del Ministero dell’Economia, insieme all’azienda casertana Tme, con sede a Portico di Caserta; soluzione che secondo Jabil dovrebbe garantire la prosecuzione concreta dell’attività produttiva allo stabilimento di Marcianise, sebbene con la nuova azienda l’eventuale saturazione del sito con tutti i 420 lavoratori Jabil sarà graduale.

Tale soluzione è stata però bocciata nei mesi scorsi dai dipendenti Jabil e dai sindacati, che la vedono come fumo negli occhi, memori di quanto accaduto qualche anno fa con le precedenti reindustrializzazioni, quando più di duecento dipendenti Jabil sono fuoriusciti dagli organici della multinazionale Usa, che da anni fa ricorso ad esuberi lamentando la scarsa competitività del mercato italiano, per passare in aziende che avrebbero dovuto garantire la continuità produttiva, come Orefice e Softlab; ed invece gli ex Jabil sono finiti dalla padella alla brace, licenziati nel caso di Orefice Group, ed in cassa integrazione perenne in Softlab, e sempre a protestare alla ricerca di certezze future.

Per il tavolo del prossimo 31 ottobre i sindacati hanno proclamato otto ore di sciopero, per permettere ai lavoratori di raggiungere Roma con i bus e tenere il consueto presidio fuori al Ministero durante l’incontro. Non è stata però convocata la Tme di Portico di Caserta, scelta accolta positivamente dai sindacati, che hanno sempre ribadito di voler puntare a far restare Jabil a Marcianise e comunque di volersi confrontare solo con i rappresentanti della multinazionale Usa dell’elettronica, senza Tme.

Mauro Musella, delegato sindacale aziendale Uilm nonché dipendente Jabil, spiega che “la Legge 234, che sta guidando il percorso, impone che gli approfondimenti sul Piano Sociale siano in capo alla sola Jabil. Ecco perché il sindacato continuerà, su questo solco, a proporre soluzioni alternative che vedano sempre la multinazionale al centro del rilancio del sito”.