Aversa. Giornalista seguito e minacciato da dei banditi, attimi di terrore.
Il tutto è avvenuto lunedì sera, il giornalista Giuseppe Lettieri, direttore del free-press locale “NeroSuBianco” si è ritrovato in una situazione a dir poco spiacevole e terrificante.
Mentre tornava a casa dopo una serata in un locale in cui aveva assistito ad una jam session di amici musicisti, si è reso conto di essere seguito da una Bmw azzurra con quattro persone dai 20 ai 25 anni. Balordi che volevano scatenare una rissa col giornalista.
L’inseguimento e le minacce si sono susseguite per circa 500 metri, da piazza Municipio fino all’inizio di via Di Jasi. Venti minuti di puro terrore. Il giornalista stesso ha raccontato tutto l’episodio che lo vede coinvolto.
Il racconto del giornalista:
“Ieri sera è capitato a me mentre tornavo a casa. Venti minuti da incubo. Ho chiamato la polizia, hanno dirottato la chiamata al commissariato di Aversa da dove il centralinista, dispiaciuto, mi diceva di non avere nessuna volante in servizio nella zona e che girava la chiamata ai carabinieri. Ma, mentre dicevano questo al cellulare, è passata la macchina dei carabinieri. Li ho fermati e denunciato tutto. Premetto che non cercavano proprio me, ma solo qualcuno da spaventare e da aggredire. Almeno come mia sensazione. Erano in quattro in una Bmw azzurra (ho dato la targa ai carabinieri). Il tutto è avvenuto tra l’incrocio di via Roma con piazza Municipio fino all’altezza del Metropolitan. Mi hanno seguito per tutto il tratto. Mi superavano e mi riprendevano girando e correndo. Per fortuna non ho reagito perché loro cercavano la mia reazione per giustificare poi la loro. Ad un tratto, in via Raffaello, si sono nascosti e appena mi hanno visto spuntare hanno messo in moto e accelerato come se volessero investirmi, ma io avevo già capito e non ho attraversato ma sono tornato in una zona dove c’era gente e da li ho chiamato la polizia. Poi, camminando mentre parlavo al cellulare, li ho visti ritornare e sono riuscito a leggere la targa. Erano in quattro sui 20/25 anni e non erano di bassa estrazione sociale perché sapevano parlare bene e solo le minacce di morte prendevano una piega dialettale. Poi hanno girato per il parco Coppola, forse per fare un altro giro e riprendermi ma da via Di Jasi sono arrivati i carabinieri e si sono volatilizzati”.