L’aggiornamento
Trentola Ducenta. In data odierna, la Polizia di Stato di Caserta, all’esito di un’attività d’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha tratto in arresto Salvatore ORABONA, detto “cuglitiello”, 52enne originario di Trentola Ducenta (CE), esponente di spicco del “clan dei casalesi”, destinatario di ordine di esecuzione a seguito di condanna con sentenza passata in giudicato a 9 anni e 4 mesi reclusione per il tentato omicidio, aggravato dal metodo mafioso, commesso il 20 luglio 2001, in Aversa (CE), ai danni di un appartenente al citato gruppo criminale.
L’agguato fu commesso mediante l’esplosione di numerosi colpi d’arma da fuoco, con il supporto logistico dell’arrestato. Il movente del delitto era riconducibile al fatto che la vittima faceva parte di un autonomo gruppo criminale, costituito senza alcuna autorizzazione del “clan dei casalesi”, i cui componenti avevano realizzato sul territorio aversano delle attività estorsive, senza riversare i relativi proventi nella cassa comune del clan.
Nel corso della sua carriera criminale, l’arrestato ha iniziato quale autista di un elemento di spicco del clan e rappresentante del sodalizio per il territorio di Trentola Ducenta, condannato all’ergastolo e, allo stato, detenuto. Successivamente, l’interessato ha assunto un ruolo di primo piano nel clan e nel corso del tempo si è reso responsabile di gravi delitti: associazione di stampo camorristico, estorsione, ricettazione, riciclaggio, associazione per delinquere finalizzata al falso, appropriazione indebita, truffa e omicidio.
Nel 2016 l’arrestato, da libero, aveva intrapreso un percorso collaborativo con la giustizia riferendo in merito a diversi episodi delittuosi da lui stesso commessi in concorso con altri pregiudicati, tutti affiliati al “clan dei casalesi”, percorso successivamente interrotto nel 2021 con la revoca del programma di protezione a seguito di gravi violazioni comportamentali.
Il video
TRENTOLA DUCENTA/AVERSA/PIGNATARO MAGGIORE. E’ finita oggi, dopo 3 mesi, la latitanza di Salvatore Orabona, esponente di primo piano dei Casalesi, prima di passare dalla parte dello Stato. Dopo un periodo da collaboratore di giustizia era diventato di nuovo uccell di bosco per sfuggire a un provvedimento di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Napoli per un tentato omicidio. Episodi sepolti, dall’oblio, tra faldoni di inchieste e sangue degli agguati.
Era il 2001 quando Orabona, all’epoca rampollo degli Schiavone, avrebbe partecipato a quell’agguato avvenuto ad Aversa. Ben 23 anni i poliziotti lo hanno rintracciato – secondo quanto riferito da Cronache – a Pignataro Maggiore per rendere conto di quel fatto di sangue e mettere fine alla sua latitanza durata 3 mesi.
Il 52enne di Trentola Ducenta non ha opposto resistenza all’arresto. Si chiude così un altro capitolo della sua vita consumata tra champagne, agguati, pentimento ed ora una fuga di 3 mesi.
Fornitura di bollicine gratis dal bar
Champagne, rustici e dolci. Tutto rigorosamente gratis. E’ solo una parte della “tassa” che un noto bar di Aversa era costretto a versare agli uomini del gruppo di Salvatore Orabona, ora collaboratore di giustizia, un tempo referente della cosca Schiavone per Trentola Ducenta e dintorni.
Le sue parole, negli anni, hanno squarciato il velo sulla nuova organizzazione dei Casalesi contribuendo a delineare molti dettagli su quella che è stata la vita del clan. Tra il 2008 e il 2009 quando lui e il suo gruppo erano considerate “nuove leve” i festini a base di alcool e non solo erano consuetudine. A pagare per il loro divertimento però non erano i protagonisti, in tutto una decina, compreso anche un ragazzo minorenne, ma il titolare di una pasticceria di Aversa.
Il commerciante che già in una circostanza aveva versato al gruppo 3mila euro a titolo di estorsione fu anche costretto ad offrire. Grazie a quella che il gip definisce “forza intimidatrice del clan”, Orabona e i suoi fedelissimi riuscivano a farsi consegnare dolci e bottiglie di champagne gratis per almeno 100 euro a settimana. Il 52enne raccontò anche dei legami tra gli Schiavone e il centro scommesse di Trentola Ducenta.
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