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Trova cellulare tra gli abiti usati e finisce nei guai per ricettazione: il verdetto

CESA. Era stato accusato di ricettazione di un cellulare ma il giovane, difeso dagli avvocati Vincenzo Guida e Filomena Belardo, è stato assolto per non aver commesso il fatto.

L’imputato, Francesco Oliva di 28 anni, rispondeva del reato di ricettazione di un cellulare di provenienza delittuosa, in quanto oggetto di una rapina, avvenuta nel novembre del 2017. Il reato contestato era aggravato del fatto che le cose erano provento del delitto di rapina aggravata.

Il telefono, oggetto di indagine, era stato ritrovato dal giovane in piazza De Michele a Cesa, nei pressi di un raccoglitore di panni usati. Subito dopo veniva inserito nel telefono una scheda telefonica intestata alla madre dell’imputato.
Durante l’istruttoria dibattimentale la difesa, attraverso l’escussione dei testi, ha evidenziato che, nessuna attività di indagine era stata svolta per accertare la riconducibilità della responsabilità penale in capo all’imputato.

Infatti, anche dai tabulati telefonici telefonici acquisiti su sollecitazione della difesa, emergeva, con estrema chiarezza, che all’interno del cellulare rinvenuto vi era una scheda telefonica non utilizzata dall’imputato.
Per cui, all’esito del processo, il giudice monocratico del Tribunale di Napoli Nord, dott.ssa Amodeo ha emesso sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto.