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In coma a 14 anni dopo meningite, la notizia più bella: Enzo torna a casa

CASAL DI PRINCIPE. E’ tornato a casa Vincenzo, il quattordicenne finito in coma dopo la meningite. A dare la notizia è suo padre, Pasquale Caterino, presidente dell’Albanova, con un post sui social.

“Venerdì 30 Agosto mio figlio Vincenzo manifesta una semplice febbre, un po’ alta ma, può capitare lui ci ha abituati a queste influenze che poi magari in un paio di giorni vanno via e dobbiamo pregarlo di rimanere a casa. Sabato sera dopo un pomeriggio normale di febbre (sale e scende), Vincenzo non risponde più normalmente ai nostri dialoghi alle nostre domande. Comincia un grande spavento, pronto soccorso prima a Pineta Grande supportato dal mio amico e dottor Francesco Petrillo, poi al Santobono in codice rosso. Tac d’urgenza e ci ritroviamo a parlare con una dottoressa che ci dice: “Signori la situazione di vostro figlio è grave dobbiamo intubarlo e metterlo in coma, ha il cervello gonfio dovuto ad una brutta infezione, che sospettiamo possa essere meningite ma non siamo ancora certi”.

Notte da incubi che nessun genitore dovrebbe mai vivere, domenica primo pomeriggio io e mia moglie veniamo convocati giù in sala operatoria, ci attende un chirurgo: “Signori, dovreste firmare il consenso perché vostro figlio deve essere operato d’urgenza in testa, la risonanza magnetica ha mostrato peggioramenti e non possiamo più aspettare”. Firmiamo e chiediamo al dottore com’è la situazione, risposta: facciamo tutto il possibile ma preparatevi anche al peggio. Con noi c’erano tutti i nostri familiari e gli amici di sempre che ci confortavano ma noi non riuscivamo a vedere nient’altro che il buio.

Operato e messo di nuovo in rianimazione in coma. Nel frattempo avevo implorato Don Vincenzo Garofalo e Don Carlo Aversano di pregare per nostro figlio che stava molto male, a quel punto grazie a loro e il passaparole abbiamo potuto vivere la vicinanza e la preghiera di un’intera comunità che si è stretta in modo sincero e amorevole intorno a noi affidando nostro figlio nelle mani del signore e pregando affinché Dio facesse il miracolo di farlo rimanere con noi. Lunedì sera a piazza mercato l’adorazione di Don Vincenzo e tutti i fedeli ha tenuto a centro delle preghiere Vincenzo e noi ci siamo sentiti avvolti dal calore della preghiera di tutti i nostri concittadini e non solo. Messaggi di vicinanza e preghiera arrivavano da diversi paesi limitrofi e non solo. Hanno pregato in Calabria, in Piemonte, e dovunque è arrivata la nostra richiesta di aiuto, nessuno ha girato la faccia dall’altra parte.

Nei giorni seguenti Vincenzo era stabile nella sua criticità fino al 4 settembre che quasi inspiegabilmente (a detta degli stessi medici), la risonanza magnetica ha mostrato importanti miglioramenti a tal punto da stubarlo e provare piano piano a svegliarlo, nel frattempo era arrivata la diagnosi: Meningite Tipo C. Risveglio complicato ma subito si sono visti miglioramenti, altri 3 giorni in rianimazione, dove lo potevamo prima vedere solo attraverso un vetro poi piano piano cominciare a stargli vicino.

Convocati dai medici: “Signori Vincenzo migliora giorno per giorno, verrà spostato in terapia sub intensiva, un altro passo in avanti”. In questo reparto con lui si è ricoverata mia moglie, ancora 12 giorni di ansie ma sempre seguite da piccoli miglioramenti, fino ad arrivare ad oggi che Vincenzo è tornato a casa, guarito e senza aver riportato alcun danno ne neurologico ne fisico. Il ricordo della paura, della rianimazione e tutti quei fili e macchinari sicuramente lo potrà guarire solo il tempo, ma tutto questo ha dato soprattutto a lui ancora di più la consapevolezza della sua gran voglia di vivere. Era doveroso da parte mia questo post perché veramente sono stato avvolto da tanto affetto di tanti amici, che ogni giorno mi contattavano chiedendomi notizie e quando gli dicevo anche di un minimo miglioramento, sentivo la loro gioia, di tutti veramente.

Ringrazio tutti di cuore, eviterò di far nomi di qualcuno in particolare perché potrei dimenticare qualcuno e mi dispiacerebbe, ma non posso non ringraziare veramente di cuore, I medici, il personale sanitario del Santobono, la mia famiglia e ancora tutti quanti voi. GRAZIE”