L’AGGIORNAMENTO
Ecco i nomi dei 42 destinatari della misura cautelare frutto dell’inchiesta di Dda e carabinieri di Caserta sul monopolio del clan dei Casalesi nei settori del gioco d’azzardo e dello spaccio.
CARCERE
Aldo Picca
Nicola Di Martino
Salvatore De Santis
Raffaele Di Tella
Giovanni Picca
Francesco De Chiara
Antonio Zuppa
Antimo Ceparano
Salvatore Muscariello
Veronika Viatkina
Antonio Zaccariello
Michele Vinciguerra
Raffaele Santoro
Luigi Stellato
Cristian Pio Intelligenza
Antonio Rega
Angelo Rega
Vincenzo Mottola
Enrico Della Gatta
Salvatore Pasqua
Nicola Podda
Giuseppe Sarno
Fabio Della Volpe
Luigi Abategiovanni
Marco Bosco
Fabio Buffardo
Bruno Frascarino
Carmine Sfoco
Armando Sociale
Rossano Spinosa
Omar Schaivone
Giuseppe Lama
ARRESTI DOMICILIARI
Carmine Di Tella
Tobia Abategiovanni
Natalia Watanabe Gomes
DIVIETO DI DIMORA IN CAMPANIA
Giuseppe Picca
Raffaele Picca
Cira Picca
Alessio Arbolino
Giuseppe Laudadio
Dario Giovanni Caserta
Lorenzo Griffo
IL PRIMO LANCIO
TEVEROLA/CARINARO. Emergono i primi nomi dei fermati nell’inchiesta portata a termine oggi dai carabinieri di Caserta: tra i destinatari dell’0rdinanza in carcere ci sono i fratelli Antonio ed Angelo Rega, entrambi difesi dall’avvocato Gaetano Laiso. Antonio è recluso a Poggioreale, Angelo a Santa Maria Capua Vetere. Notificata la misura anche ad Antimo Ceparano, assistito dall’avvocato Dello Iacono.
IL PRIMO LANCIO
TEVEROLA/CARINARO. Nel corso della mattinata odierna, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 42 persone (32 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 7 al divieto di dimora nella regione campania), ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione di armi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
La complessa attività investigativa, svolta dal 2021 al 2023, incentrata sui territori dei Comuni di Teverola e Carinaro ha permesso, attraverso attività di intercettazioni telefoniche e ambientali, l’analisi dei tabulati e i servizi di osservazione e pedinamento, di accertare come un esponente di spicco di un gruppo camorristico operante sul quel territorio, tornato in libertà dopo 19 anni di detenzione, abbia avviato una serie di attività criminali volte a riaffermare il “diritto” di gestire le attività illecite sui territori dei citati due comuni, senza sottostare alle fazioni del clan dei casalesi nella cui area di “competenza” ricadono proprio i predetti comuni.
Il complesso quadro indiziario ha, in particolare, posto in evidenza il coinvolgimento degli odierni indagati nella prosecuzione dell’attività delinquenziale del gruppo di appartenenza.
Le attività illecite accertate consistevano sia nelle estorsioni in danno di imprenditori e titolari di esercizi commerciali che nell’imposizione di istituti di vigilanza privata ad attività commerciali presenti sul territorio e di slot-machine presso bar, locali e sale slot, la cui fornitura era devoluta a società a loro riconducibili o compiacenti.
Nel corso dell’attività investigativa è stato anche accertato il tentativo di imporre i servizi di onoranze funebri.
I metodi adoperati s’incentravano sulla capacità di intimidazione scaturente dalla consapevolezza della pervasività di un potere spregiudicato a cui prestare acquiescenza: un sistema, in altre parole del tutto alternativo al complesso di regole disciplinanti la comune convivenza e che ripete la sua forza dalle capacità “militari”, ivi compresa quella di resistere anche ai pubblici poteri ed alla forza della legge, in ciò essendo agevolato dal clima di omertà che, purtroppo, ancora aleggia in parte degli imprenditori per timore di subire atti ritorsivi contro i propri esercizi commerciali ovvero contro la propria persona o quella dei propri cari.
Il sodalizio criminale disponeva di armi che servivano sia quale strumento efficace di intimidazione che per dirimere controversie all’interno dei circuiti criminali.
E’ anche diffusamente emerso come l’associazione traeva buona parte dei suoi introiti illeciti dalla compravendita di una svariata quantità e qualità di sostanze stupefacenti, quasi in regime di monopolio riuscendo, nel breve tempo, a saturare di sostanza stupefacente del tipo cocaina, hashish e marijuana i territori di competenza. Assai numerosi erano gli assuntori che a questi si rivolgevano per acquistare, anche più volte al giorno, le diverse droghe. Sono stati registrati casi di acquirenti che, non rispettando i pagamenti (che erano consentiti anche attraverso POS portatili) e le scadenze pattuite, venivano poi resi vittime di pestaggi e privazioni di beni personali.
Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza di custodia, nei confronti di alcuni destinatari del provvedimento, è stato notificato un decreto di sequestro di alcuni beni mobili e quote societarie a loro riconducibili per un valore di oltre 1 milione di euro.
I provvedimenti eseguiti sono misure disposte in sede di indagini preliminari, avverso le quali sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari delle stesse sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
IL PRIMO LANCIO
Agro Aversano. I Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare a carico di oltre 40 persone, indiziate di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione di armi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
Tra glia arrestati anche l’elemento di spicco di un gruppo camorristico operante nella provincia di Caserta.
I dettagli dell’operazione verranno illustrati dal Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Napoli, dott. Nicola Gratteri e dal Comandante Provinciale Carabinieri di Caserta, Col. Manuel Scarso, in una conferenza stampa che si terrà alle ore 10.30 odierne presso quell’ufficio di Procura.