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Al carcere duro da 17 anni, verdetto per il boss

MARCIANISE. Stop per il boss “Ceneraiuolo”. La quinta sezione penale della Corte di Cassazione, presidente Rosa Anna Grazia Miccoli, ha respinto il ricorso presentato dalla difesa dell’ex ras del clan Belforte, Gaetano Piccolo, detto O’ ceneraiuolo.

Al centro della discussione la scelta del tribunale di Sorveglianza di Roma che confermata il 41bis per Piccolo, sottoposto al carcere duro ormai ininterrottamente da 17 anni. Per i giudici che hanno depositato le motivazioni il clan Belforte non è morto come evidenziato dalla difesa, ma ci sono nuove leve che hanno assunto il comando.

“Il clan non esiste”

Proprio su questo punto venne incentrata la prima presa di posizione della Cassazione che un anno fa rimandò la decisione al tribunale della sorveglianza evidenziando che il“clan si è dissolto e non esiste più nemmeno a livello di manovalanza”.

Le pronunce dei giudici di merito riprendevano le tante sentenze a carico di boss e gregari dei ‘Belforte’ nelle quali si afferma che il clan è ormai scompaginato. Il tribunale di sorveglianza però bloccò tutto rimandando la decisione ad una nuova sezione della Suprema Corte che stavolta ha ribadito la precedente presa di posizione.