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Jabil pronta a cedere il sito di Marcianise: lo scenario per i 419 dipendenti

MARCIANISE. Dopo tante voci e anticipazioni, la Jabil ha chiarito con il “Piano sociale”, detto anche di mitigazione, previsto dalla legge 234 del 2021, la normativa varata durante il periodo del Covid per rendere più complicato il disimpegno dal territorio italiano alle aziende con 250 dipendenti, il futuro dello stabilimento di Marcianise e dei suoi 419 dipendenti, la cui cessazione operativa è prevista per marzo 2025: prima di quel momento, per gli addetti Jabil si profila, come ventilato da mesi, la cessione dell’intera azienda alla nuova società costituita dalla Tme di Portico di Caserta e da Invitalia Spa, società del Mef (Ministero Economia e Finanze).

Il nuovo soggetto imprenditoriale – si chiama Tme Assembly Engineering Srl – secondo il piano sociale che sarà illustrato da Jabil al Ministero delle Imprese e del Made in Italy il 23 luglio prossimo, dovrà subentrare, una volta firmato l’accordo di cessione, in tutti gli asset aziendali, nei contratti di lavoro e in quelli di fornitura in corso con gli attuali clienti, nei limiti ovviamente del gradimento dei clienti stessi.

L’operazione dovrebbe completarsi entro il settembre prossimo, dunque il tempo a disposizione non è tanto. La scelta di Tme, spiega Jabil, è dovuta alla circostanza che Tme è presente da 15 anni sul mercato con “un core business fondato sulla realizzazione di mezzi di collaudo e servizi di progettazione HW e SW (Hardware e Software)”, mancando però di “un forte reparto di manifattura con maggiore capacità, circostanza che non gli consente di acquisire maggiori ordini, già dagli attuali clienti, che dopo la parte di progettazione e industrializzazione, chiedono anche la produzione e distribuzione del prodotto finale in scala maggiore a quella cui può operare attualmente Tme”.

Per questo motivo, ritiene la multinazionale Usa, “la somma delle due realtà, ove si raggiunga un accordo con il potenziale acquirente, potrebbe vedere la nascita di un’azienda completamente strutturata che avrebbe la possibilità di presentarsi sul mercato in maniera competitiva e con un grosso valore aggiunto nella fornitura dei servizi, come il Desing e il Test Engineering”.

Il piano della Jabil dà conto inoltre delle tre “due diligence” (legali e tecniche) effettuate da aziende specializzate circa la sostenibilità del piano industriale e dell’operazione nel suo complesso; verifiche che hanno dato esito positivo. La piena competitività della nuova società dovrebbe essere raggiunta in tre anni, periodo entro il quale è prevista la piena occupazione. Nel frattempo, i lavoratori Jabil che accetteranno di passare in Tme, faranno per almeno due mesi cassa integrazione finalizzata alla “transizione occupazionale”. Bisognerà poi attendere il piano industriale di Tme Assembly Engineering Srl per i dettagli, ma pare che il ricorso agli ammortizzatori sociali proseguirà con la nuova società fino al riassorbimento di tutti i lavoratori. Per quei dipendenti Jabil che non dovessero accettare il passaggio, si prevedono incentivi all’esodo.