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Armi contro vittime di usura: “Ce chiavass na botta”. “Se parla dico mi dai tutto o ti uccido”

CASAL DI PRINCIPE/TRENTOLA DUCENTA/LUSCIANO. Le armi contro le vittime che non vogliono pagare. Emerge anche questo dalle intercettazioni acquisite all’interno dell’indagine che ieri ha portato all’arresto di cinque persone per estorsione aggravata dal metodo mafioso, danneggiamento a seguito di incendio e usura. In carcere sono stati condotti lo storico esponente del clan, Raffaele Della Volpe, il suo fedelissimo Luciano Esposito e l’altro indagato Francesco Saverio Pirozzi, mentre ai domiciliari sono stati posti Sebastiano Iannone ed Elio Roma, noto imprenditore dei rifiuti

In una conversazione del febbraio 2024 Luciano Esposito e Della Volpe fanno per la prima il nome di Elio Roma, personaggio di spicco nella storia dei rapporti tra imprenditoria e camorra. Roma viene indicato come colui che deve indurre la vittima a pagare: “Mo Elio quando se ne viene? Elio Roma quando viene verso la settimana che entra? Magari chiama un po’ a questo zinagarone, vede che deve combinare” dice Esposito prospettando dunque reazioni violente. Della Volpe risponde che “no questo va malamente secondo me, secondo me” ed Esposito ribatte: “Non gliela dobbiamo far passare liscia, non ce la dobbiamo far passare liscia. Sono cazzi tuoi e di tuo figlio di quello che devi farae, i soldi li tieni li puoi cacciare”.

Una settimana dopo tornano a parlare di Roma e il giorno successo si recano proprio a casa dell’imprenditore. Proprio da Elio Roma si assicurano che la vittima non vuole pagare e gli indagati prendono in considerazione di usare le armi contro le vittime. “Io ci chiavass na botta, c’ha chiavass proprio quanto è vero Gesù Cristo. Non sappiamo se viene meno quel cornuto però sapendo che avuto la botta…” dice Pirozzi. E Della Volpe chiosa: “Perché sta Eliuccio in mezzo, perché se quello là parla, dico ora mi dai tutti e cinquanta e prima di Pasqua se non ti uccido”