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Bollo auto scaduto, rischi il fermo amministrativo e il sequestro: ecco quando scatta

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NAZIONALE – Il bollo auto, la tassa regionale sul possesso di una vettura che ogni automobilista deve pagare ogni anno, è una delle tasse più odiate dagli italiani. Ogni anno la scadenza avviene nei mesi di aprile, agosto o dicembre e si hanno 30 giorni di tempo per saldarla. Se ad esempio un bollo scade a dicembre, si ha tempo entro fine gennaio per saldare.

L’importo varia a seconda della Regione e della potenza del veicolo. Può capitare che dimentichiamo di pagare il bollo auto e continuiamo a circolare. Bisogna stare attenti perché si rischia il fermo amministrativo e il sequestro della vettura. Ecco da quando.

Bollo auto scaduto: quando scatta il fermo amministrativo

Il bollo auto scaduto non vieta ad una vettura di circolare, almeno prima del fermo amministrativo. Se non si paga entro la data di scadenza, se il ritardo è entro il 15 giorni la sanzione sarà dello 0,1%. Se il ritardo è compreso tra 30 e 90 giorni, il bollo da pagare sarà tassato dell’1,67%, oltre agli interessi di mora, mentre dopo i tre mesi ed entro un anno dalla scadenza, l’importo della sanzione sarà pari a 3,75% dell’imposta originaria.

Dopo 3 anni il bollo auto cade in prescrizione. Quindi di solito se dopo un anno non abbiamo saldato il bollo scaduto, l’importo viene iscritto a ruolo e l’Agenzia delle Entrate provvederà a cercare di recuperare la somma. Per farlo, dopo la notifica di pagamento, se il contribuente continuerà a non pagare, scatterà il fermo amministrativo. L’auto con fermo non può circolare e se fermati ad un posto di blocco, la vettura sarà sequestrata.

Se trascorrono tre anni dal mancato pagamento del bollo, la vettura sarà radiata dal PRA e per tornare a circolare si dovrà effettuare una nuova immatricolazione.