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Corruzione in Comune, al via i Riesami per 4 indagati

Caserta (red cro). Fissate dal Riesame le prime udienze per il caso corruzione al Comune a Caserta. Si parte venerdì 28 con il dirigente Franco Biondi e l’imprenditore Gioacchino Rivetti mentre martedi prossimo sarà la volta del dirigente Giovanni Natale e del dipendente comunale Giuseppe Porfidia. Non ancora fissata l’udienza l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Caserta, Massimiliano Marzo per questioni legate ai tempi di presentazione del ricorso. L’inchiesta riguarda i reati di corruzione, falso in atto pubblico, voto di scambio ipotizzati In generale l’ipotesi degli inquirenti è che l’assessorato ai lavori pubblici, con la complicità di due ingegneri dirigenti dell’ufficio tecnico e di un funzionario comunale, abbia affidato «in maniera illegittima» una serie di lavori ad alcuni imprenditori amici, in cambio di diverse «utilità».
La Procura sostiene che, perlomeno nei casi osservati, si è dato luogo prima all’affidamento di lavori con il carattere dell’urgenza e poi si sono perfezionate le determine, in un giro di «chiamate dirette» nei confronti di determinate aziende frutto di «un patto» di reciproco interesse: commesse in cambio di favori di natura economica o di pacchetti di voti.
Fra i possibili protagonisti del «mercimonio del voto» – come lo ha definito il procuratore Bruni – ci sarebbe proprio uno degli imprenditori di fiducia di curia e Idsc, Raffaele Nunziante, il quale, ha spiegato la gip Daniela Vecchiarelli, durante la campagna elettorale per le elezioni comunali dell’ottobre 2021 vinte dal centro-sinistra con il sindaco Carlo Marino si adoperò per «comprare voti» al «prezzo di 50 euro ciascuno» per l’allora candidato e poi futuro assessore ai lavori pubblici Marzo (che risultò il più votato) per ottenere commesse una volta insediatasi l’amministrazione. L’inchiesta che ha terremotato l’amministrazione del capoluogo campano ha scosso indirettamente anche l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Caserta (Idsc)e l’ex Macrico, l’area di 33 ettari nel cuore di Caserta, di proprietà dello stesso Idsc, da quasi venticinque anni al centro di una contesa fra chi vorrebbe renderlo totalmente inedificabile e restituirlo agli abitanti della città come parco pubblico e chi invece immagina dei progetti di «rigenerazione urbana» che prevedono anche diverse migliaia di metri cubi di cemento. Uno degli indagati a piede libero, Raffaele Nunziante – rappresenta con padre e fratello ditte di fiducia della curia casertanae dell’Idsc, che infatti gli affidano lavori di vario tipo, dalla ristrutturazione di chiese alla cura del verde dell’ex Macrico.