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Fratelli uccisi davanti ai carabinieri intervenuti per la lite: vetro lanciato durante fuga. Ecco le armi custodite

ORTA DI ATELLA/CESA/SAN CIPRIANO D’AVERSA. In data 16 giugno 2024, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa e della Compagnia di Marcianise hanno dato esecuzione a decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, nei confronti di un Antonio Mangiacapre, gravemente indiziato di essere l’autore del duplice omicidio dei fratelli Marco e Claudio Marrandino, fatto avvenuto nel pomeriggio del 15 giugno in Orta di Atella.

I Carabinieri della Compagnia di Marcianise, impegnati in servizio ordinario di controllo del territorio, nel transitare in via Astragata del Comune di Orta di Atella, in prossimità dello svincolo “Succivo” dell’asse viario “Nola-Villa Literno”, ‘notavano due autovetture ferme, i cui occupanti discutevano fra loro, apparentemente per un diverbio legato a motivi di viabilità. Pertanto, il capo servizio della pattuglia scendeva dall’auto di servizio e si avvicinava ai predetti, nel tentativo di verificare cosa stesse accadendo e sedare la lite.

L’attimo del delitto

In tale frangente, uno dei soggetti scendeva repentinamente dalla sua auto e si avvicinava al lato passeggero dell’altra autovettura e, dopo aver afferrato e strattonato il passeggero della stessa, estraeva dalla cintura una pistola esplodendo numerosi colpi al suo indirizzo, colpendolo alla testa. Subito dopo, il predetto attingeva numerosi altri colpi verso il conducente dell’altra vettura, il quale era sceso dall’auto cercando di scappare a piedi, colpendolo alla schiena. Dopodichè, puntava l’arma all’indirizzo del capo servizio della pattuglia, che si stava avvicinando alle due vetture per intervenire, il quale esplodeva due colpi d’arma da fuoco, senza attingere l’autore del delitto.
A quel punto, il predetto riusciva a mettersi a bordo della sua vettura e darsi alla fuga a forte velocità. I Carabinieri intervenuti si ponevano immediatamente all’inseguimento del predetto, che si protraeva per diversi chilometri, durante il quale il fuggitivo lanciava pezzi di vetro dal finestrino della sua auto, danneggiando il veicolo dei Carabinieri.

La fuga

Mangiacapre, tuttavia, riusciva a far perdere le proprie tracce nelle campagne circostanti l’abitato del Comune di Cancello e Amone. Le ricerche serrate ed ininterrotte condotte, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Napoli Nord, consentivano di rintracciare l’uomo presso una struttura sanitaria della zona. Venivano, pertanto, acquisiti gravi indizi di colpevolezza sul suo conto, tenuto conto dell’inequivoco riconoscimento da parte degli agenti operanti e del pericolo di fuga palesato, che consentivano quindi l’emissione di decreto di fermo di indiziato di delitto. L’autovettura utilizzata per la fuga veniva successivamente ritrovata abbandonata in una zona
rurale.

A casa aveva un piccolo arsenale

Il soggetto, prima di essere sottoposto a fermo, è stato interrogato da quest’Ufficio, negando l’addebito. Veniva, inoltre, effettuata perquisizione domiciliare presso l’abitazione del presunto responsabile, che consentiva il rinvenimento di armi e munizionamento, tra cui un fucile a canne mozzate modificato e con matricola abrasa ed una pistola semiautomatica illegalmente detenuta (non censita in banca dati, né oggetto di denuncia), oltre ad un ingente quantitativo di materiale per il confezionamento di cartucce e polvere da sparo (oltre 100 chilogrammi di bossoli). Il soggetto era stato già in precedenza destinatario di provvedimenti amministrativi di divieto di detenzione armi e revoca porto d’armi, sicché le armi detenute erano da considerarsi clandestine, attesa l’assenza di elementi identificativi, nonché la modifica della potenzialità offensiva dell’arma e tenuto conto che la stessa recava matricola abrasa. Le indagini proseguono con l’esecuzione dei necessari accertamenti tecnici tuttora in corso. Non è ancora chiara l’identificazione della causale. Il soggetto è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione dell’Autorità. Giudiziaria. IL VIDEO