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Mattanza del clan, ribaltone clamoroso per l’imprenditore cugino del boss

San Cipriano d’Aversa. Accusato di aver fornito la sua azienda come base logistica per una strage di camorra, arriva il verdetto clamoroso per l’imprenditore  Giancarlo Iovine, 59 anni di San Cipriano d’Aversa, cugino del boss omonimo. Per lui sono stati chiesti 30 anni dalla Corte di Assise di Appello di Napoli, cioè la conferma della sentenza di primo grado.

La Corte d’Appello però lo ha assolto con formula dubitativa. Il professionista, giovanissimo all’epoca dei fatti, avrebbe fornito la sede del  Consorzio Agrario come supporto per fare gli appostamenti  ad un  quadruplice omicidio avvenuto il 22 aprile del 1989 a Casal di Principe, nel periodo della faida tra i Casalesi dell’agro aversano e la Nco di Raffaele Cutolo.

Nell’agguato morirono:  Antonio Pagano, Giuseppe Mennillo, Giuseppe Orsi e Giuseppe Gagliardi.  Il quadruplice omicidio è stato già trattato nel processo Spartacus 1, conclusosi con la condanna all’ergastolo di alcuni esponenti del sodalizio criminale casalese, tra cui Antonio Iovine, Raffaele Diana e Giuseppe Caterino, ritenuti gli esecutori materiali dell’omicidio ordinato dai vertici del clan dei casalesi. A distanza di quasi 30 anni dai fatti Giancarlo Iovine finì nei guai con l’arresto clamoroso e il processo che vide una condanna all’ergastolo confermata in Appello.

La Cassazione però annullò con rinvio l’ergastolo dando il via ad un secondo processo di Appello che ora fa segnare un punto pesantissimo a favore della difesa.