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Mattanza, il giallo dei video tagliati: “Processo da annullare”

Santa Maria Capua Vetere. Tra “parti mancanti” e “tagli frutto di una selezione dell’organo inquirente”, risultano “incompleti” i video sulle violenze avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020 che la Procura ha fornito alle difese dei 105 imputati. A sostenerlo sono alcuni legali, in particolare gli avvocati Giuseppe Stellato e Edoardo Razzino, difensori, tra gli altri, dell’ex comandante della Polizia Penitenziaria del carcere sammaritano Gaetano Manganelli.

Gli avvocati hanno chiesto al collegio di Corte d’Assise presieduto da Roberto Donatiello di dichiarare la nullità del decreto che ha disposto il giudizio per tutta una serie di cause che avrebbero provocato la lesione del diritto di difesa, e quindi la nullità dell’intero procedimento. La Corte si è riservata la decisione che verrà resa nota nelle prossime udienze.

Gli avvocati hanno chiesto ai giudici di rimettere gli atti al pm affinchè ripeta tutta la procedura, a partire dalla richiesta di rinvio a giudizio; si richiede inoltre di valutare la questione di legittimità costituzionale delle norme del codice di procedura penale nella parte in cui non prevedono la nullità del decreto in caso di mancato deposito del pm di tutti gli atti su cui si fonda la richiesta di rinvio a giudizio, e di dichiarare l’inutilizzabilità dei video e in caso di rigetto di tutte le richieste, di citare nuovamente tutti i quasi 80 teste d’accusa sentito fino ad oggi.

Quella del materiale video incompleto è una questione che è già stata sollevata durante l’udienza preliminare e all’inizio del dibattimento (partito il 7 novembre 2022 e in corso all’aula bunker del carcere di Santa Maria Capua Vetere). Venne però respinta sia dal gup Pasquale D’Angelo, sia dal collegio di Corte d’Assise, che rigettò la richiesta pur riconoscendo il vulnus del diritto di difesa. Anche in quella circostanza gli avvocati sollevarono questione di legittimità costituzionale, ma la Corte, con ordinanza del primo febbraio 2023, la respinse perché mancava la prova dell’omesso deposito delle videoregistrazioni integrali.