NAZIONALE – La Prima Sezione Civile del Tribunale di Torino ha accolto il ricorso presentato da alcune associazioni di consumatori sulla famosa vicenda del Pandoro, venduto con la griffe di Chiara Ferragni e la falsa idea di fare beneficenza. Per il giudice quella fu una pratica commerciale scorretta.
La pubblicità suggeriva che parte del ricavato della vendita del pandoro, il cui prezzo era superiore alla media di prodotti simili, sarebbe stata devoluta all’Ospedale Regina Margherita di Torino. In realtà non fu così perché la donazione fu di soli 50mila euro ma prima che venisse messo in vendita il pandoro. I proventi delle vendite sono risultati destinati alle tasche di Ferragni e dell’azienda dolciaria.
Adesso si apre uno spiraglio per le associazioni di consumatori per chiedere un risarcimento. Bisogna portare avanti una battaglia in modo collettivo tra diverse associazioni e i consumatori potranno ricevere così un rimborso di 5,69 euro, pari alla differenza tra il costo del prodotto tradizionale e quello griffato.
Le associazioni hanno inoltre chiesto a Balocco di effettuare una donazione spontanea ai bambini malati di cancro pari a 1,6 milioni di euro che è la somma incassata con la vendita del pandoro.
Codacons, Adusbef e Associazioni Utenti Radiotelevisivi hanno annunciato che, nel caso la Balocco non accolga le richieste di risarcimento spontaneo per gli acquirenti ingannati dal caso del pandoro Pink Christmas e non effettui una donazione a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino, proporranno un appello incidentale.