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Pedina l’ex donna e la costringe anche a rapporto non voluto, condannato

San Felice a Cancello. Si è concluso ieri al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, innanzi al Giudice dell’udienza preliminare Dottoressa Alessandra Grammatica, il processo a carico di P.S., imputato per reati da codice rosso commessi nei confronti dell’ex fidanzata A.M., costituitasi parte civile.

Lui della provincia di Napoli a ridosso del Vesuvio, lei di San Felice a Cancello sud.

In particolare PS era accusato di vari delitti, tra cui lo stalking pluriaggravato e la violenza sessuale commessi tra l’autunno del 2021 e l’estate del 2022.
Così come emerso dalle indagini, la donna aveva deciso di denunciare l’ex compagno per lo stato di controllo e di vessazione a cui era sottoposta.
Dopo averla più volte pedinata di nascosto nel corso degli ultimi mesi della relazione, l’uomo aveva continuato a controllarla anche dopo la rottura.
Infatti l’imputato s’era appostato più volte all’esterno del suo domicilio nell’estate del 2022 per controllare i suoi movimenti, se la donna già avesse un nuovo fidanzato, oltre a mandarle numerosi e continui messaggi offensivi, fino a bussare al suo citofono per infastidirla in piena notte.
La sua gelosia l’aveva anche spinto a seguire gli uomini che sospettava che potessero essere nuovi compagni dell’ex fidanzata.

L’imputato aveva più volte minacciato l’ex di possedere foto che la ritraevano nuda e di pubblicarle, seppure mai trovate sul suo cellulare, col fine di spaventarla, nonché minacciarla di morte qualora l’avesse scoperta con un altro uomo.
La donna inoltre aveva anche denunciato, oltre ad un episodio di violenza fisica,
che il compagno nel corso della relazione le aveva sottratto di nascosto le chiavi di casa per duplicarle, per poi accorgersene quando, dopo essersi lasciati, se l’era improvvisamente ritrovato all’interno della sua abitazione, armato di una mazza, per controllare se lei fosse in compagnia di qualcun altro.

L’ultimo appuntamento

Infine nel corso di un ultimo incontro tra i due ex, l’uomo l’aveva anche costretta con violenza a compiere atti sessuali nonostante il suo rifiuto.

Il GUP Dottoressa Grammatica, all’esito del giudizio abbreviato, ha così accolto la richiesta di condanna della Procura della Repubblica e la versione del difensore della parte civile, l’avvocato Simone Crisci, così da condannare l’uomo alla pena detentiva di 6 anni e 6 mesi. Il pm aveva richiesto 7 anni.

In seguito alle denunce il gip aveva disposto per questo soggetto anche il divieto di avvicinamento.