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Svolta per monitorare l’inquinamento della cava: basta seguire l’esempio del Comune limitrofo

San Felice a Cancello. Per monitorare il picco della caligine di sabato mattina proveniente dalla cava in attività nella frazione Polvica abbiamo utilizzato le centraline della vicina Santa Maria a Vico.

Santa Maria a Vico è dotata di 7 centraline per il rilevamento delle polveri sottili e sono consultabili pubblicamente.

Una cosa spettacolare, un passo in avanti nell’interesse pubblico.

Le centraline sono dislocate in questi punti: Via Cimitero, via Cepponi, Cantina zi’ Michele, via Napoli, via Ferdinando d’Aragona, via Strettola, via delle Industrie (foto copertina).

E’ un progetto che è costato soltanto 16 mila euro, è il termometro della città. Hanno anche la stazione metereologica per monitorare il tempo.

Possibile mai che Santa Maria a Vico, comune dove non ci sono le cave, è dotato di questo strumento, e San Felice a Cancello dove insistono delle cave in attività non riesce nemmeno a monitorare quell’unica centralina che si trova a Cancello Scalo? Infatti sabato la Protezione civile locale ha chiesto spiegazioni alla Regione con una lettera ufficiale.

Quindi il nostro appello ad horas all’amministrazione Nuzzo a portare avanti nell’immediatezza lo stesso progetto che funziona a Santa Maria a Vico. In questo modo tutti i cittadini potranno conoscere in tempo reale cosa respirano e quindi anche l’incidenza delle cave quando sono in attività.

E’ grave che un consigliere comunale della frazione Polvica come Guarnaschella non abbia ancora effettuato una proposta del genere, ad un anno dal suo impegno in politica. Stesso discorso per chi lo ha preceduto e ci fermiamo qua.

Le centraline dislocate tra Polvica e Talanico rappresenterebbero un passo avanti decisivo per la storia di questo Comune, già minato dall’inquinamento e da tanti, troppi decessi per tumore, così come hanno evidenziato alcuni cittadini ai microfoni della Rai alcuni mesi fa.