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ASL chiede uno storno di un milione e mezzo per attività pregresse. Tar non accoglie ricorso della clinica

Maddaloni (red cro). Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha emesso una sentenza riguardante un ricorso presentato dalla Casa di Cura San Michele S.r.l. contro la Regione Campania e l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Caserta. Il ricorso verte sulla richiesta circa un milione e mezzo di euro di note di credito per attività di ricovero ritenute eccessive a causa del presunto “sovra-utilizzo” dei posti letto. La sentenza del Tribunale ha delineato importanti decisioni in merito alla giurisdizione e alle responsabilità delle parti coinvolte. Si tratta di quattro anni di rimborsi dal 2014 al 2018.
I giudici amministrativi hanno stabilito che la questione trattata rientra nell’ambito della cognizione del giudice ordinario. La decisione del Tribunale ha evidenziato che la questione in discussione riguarda principalmente un aspetto patrimoniale tra le parti coinvolte, senza coinvolgere un potere d’intervento riservato alla Pubblica Amministrazione per la tutela di interessi generali.
La Cassazione – scrivono i giudici – ha anche precisato che non rileva l’eventuale impugnazione delle delibere aziendali le quali, come precisato dalla Corte di Cassazione, non assurgono a provvedimenti la cui cognizione spetta al Giudice amministrativo, venendo in rilievo “come mero fatto e non come atto giuridico del quale valutare la legittimità”, “venendo dunque la loro menzione tra gli atti impugnati a ricadere nel mero petitum formale ma non anche nel petitum sostanziale al quale come detto occorre unicamente aver riguardo ai fini del riparto di giurisdizione”.