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Boss latitante si nascondeva nella casa al mare del vigile urbano

L’AGGIORNAMENTO

SAN CIPRIANO D’AVERSA/CAIVANO/CASTEL VOLTURNO. L’agente della polizia municipale oggi arrestato dai carabinieri di Castello di Cisterna è accusato di avere favorito la latitanza del boss Antonio Angelino, ritenuto a capo dell’omonimo clan di Caivano. Sarebbe stato proprio lui, padre del fidanzato di una nipote di Angelino, a prendere in affitto la villetta di Castelvolturno, dove il boss ha trascorso la sua latitanza. Per lo stesso reato viene accusato anche il figlio dell’agente della polizia municipale.

IL PRIMO LANCIO

SAN CIPRIANO D’AVERSA/CAIVANO. Figura anche un vigile ausiliario, dipendente in servizio presso il Comune di San Cipriano, a cui i carabinieri e la Dda contestano il concorso esterno in associazione mafiosa, tra i 14 indagati arrestati oggi dai carabinieri di Castello di Cisterna. Si tratta dell’ausiliario del traffico Raffaele Cristiano, indagato insieme al figlio Antonio, legato ad una ragazza di Caivano. Sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso e sono difesi dall’avvocato Domenico Della Gatta.

Con le indagini, che riguardano il periodo tra maggio e novembre 2023, i militari hanno riscontrato un vero e proprio rastrellamento delle realtà economiche del territorio (Caivano e zone limitrofe) da sottoporre a estorsione: sono infatti ben 36 gli episodi estorsivi consumati o tentati dal clan Angelino documentati. Alcuni dei destinatari delle misure cautelari sono ritenuti anche responsabili di avere favorito la latitanza del capo del gruppo criminale Antonio Angelino, detto “Tibiuccio”, individuato e arrestato il 9 luglio 2023.

Il bilancio dell’operazione

Quattordici persone, ritenute appartenenti alla criminalità organizzata di Caivano, in provincia di Napoli, sono state arrestate all’alba di oggi dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna. Il gip di Napoli, si richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha emesso 13 custodie cautelari in carcere e una ai domiciliari. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione di tipo mafioso, estorsione e tentata estorsione, delitti aggravati dal metodo mafioso. Al centro delle indagini le richieste di “pizzo” del clan Angelino ai danni di imprenditori e commercianti a Caivano e nei territori limitrofi.