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Far West di Natale, tutti scarcerati: ecco le misure decise per altri 4

SANTA MARIA CAPUA VETERE.  Tutti scarcerati i protagonisti della rissa di Natale all’Anfiteatro. Dopo le scarcerazioni di Vittorio Merola e Josef Majaoui, il gip ha revocato la misura del carcere nei confronti di Cristian D’Ambrosio, Massimiliano Barbato, Giovanni Barracano, Antonio Pio Salemma. Per tutti sono stati disposti gli arresti domiciliari.

I profili dei fermati

Gli arrestati hanno tutti età compresa tra i 19 e i 24 anni, sono italiani tranne un 20enne di origine marocchina che è in Italia da quando era molto piccolo; tutti, compreso il 19enni già in carcere da giorni, hanno precedenti penali – chi per droga, chi per reati contro la persona – e fanno parte di famiglie indigenti o dedite a traffici illeciti.

Il 16enne ferito gravemente – i colpi subiti gli perforarono un polmone – è ancora in ospedale a Caserta, mentre il fratello, picchiato, fu subito dimesso. Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere (procuratore Pierpaolo Bruni, sostituto Armando Bosso) e della Polizia, basate sui video che hanno ripreso l’aggressione, le testimonianze delle vittime e di alcuni ragazzi presenti, e la parziale confessione del 19enne fermato a fine dicembre, quella avvenuta la vigilia di Natale sarebbe stata un’aggressione, non una rissa, come sembrava emergere dai primi accertamenti. Ma sono ancora ignoti, e lo stesso gip lo fa notare nell’ordinanza di custodia cautelare, i motivi dell’aggressione.

Secondo la Procura alla base del pestaggio potrebbe esserci un motivo futile (una bibita involontariamente versata dal 16enne su uno degli aggressori) ma non si escludono dissidi legati a rivalità di altra natura. Resta in ogni caso accertato che il 19enne ha colpito il minore con violenza; il 16enne è andato quindi a chiedere aiuto al fratello, che ha chiesto spiegazioni all’aggressore, ricevendo una bottigliata in testa. A quel punto al 19enne si sono aggiunti gli altri cinque indagati, che hanno circondato i due fratelli pestandoli senza pietà, e accanendosi soprattutto sul 16enne, colpito con una sedia dal gambo di ferro appuntito, e probabilmente con un coltello, non ritrovato.

Sbugiarda il video che lo ritrae a far a botte e viene liberato. Dopo quella del 19enne Vittorio Merola, scarcerato dal Riesame, c’è un altro ribaltone a sorpresa stavolta già in fase di interrogatorio di garanzia.

Il gip ha revocato la misura cautelare per Josef Majaoui, arrestato nella serata di sabato insieme a Cristian D’Ambrosio, Antonio Pio Salemme, Giovanni Barracane, Massimiliano Barbato. Nel corso dell’interrogatorio il giovane di origine maghrebina ma residente da tempo nella città del Foro ha detto di non riconoscersi nel filmato mostrato dalla Procura come prova. In pratica, a suo dire, quel ragazzo non era lui. Il gip lo ha liberato in attesa del prosieguo delle indagini.

I profili dei fermati

Gli arrestati hanno tutti età compresa tra i 19 e i 24 anni, sono italiani tranne un 20enne di origine marocchina che è in Italia da quando era molto piccolo; tutti, compreso il 19enni già in carcere da giorni, hanno precedenti penali – chi per droga, chi per reati contro la persona – e fanno parte di famiglie indigenti o dedite a traffici illeciti.

Il 16enne ferito gravemente – i colpi subiti gli perforarono un polmone – è ancora in ospedale a Caserta, mentre il fratello, picchiato, fu subito dimesso. Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere (procuratore Pierpaolo Bruni, sostituto Armando Bosso) e della Polizia, basate sui video che hanno ripreso l’aggressione, le testimonianze delle vittime e di alcuni ragazzi presenti, e la parziale confessione del 19enne fermato a fine dicembre, quella avvenuta la vigilia di Natale sarebbe stata un’aggressione, non una rissa, come sembrava emergere dai primi accertamenti. Ma sono ancora ignoti, e lo stesso gip lo fa notare nell’ordinanza di custodia cautelare, i motivi dell’aggressione.

Secondo la Procura alla base del pestaggio potrebbe esserci un motivo futile (una bibita involontariamente versata dal 16enne su uno degli aggressori) ma non si escludono dissidi legati a rivalità di altra natura. Resta in ogni caso accertato che il 19enne ha colpito il minore con violenza; il 16enne è andato quindi a chiedere aiuto al fratello, che ha chiesto spiegazioni all’aggressore, ricevendo una bottigliata in testa. A quel punto al 19enne si sono aggiunti gli altri cinque indagati, che hanno circondato i due fratelli pestandoli senza pietà, e accanendosi soprattutto sul 16enne, colpito con una sedia dal gambo di ferro appuntito, e probabilmente con un coltello, non ritrovato.