
MARCIANISE. Lo spaccio a Marcianise e dintorni continua a muovere cifre importanti nonostante tanti dei suoi padrini e capipiazza siano stati assicurati alla giustizia.
Uno dei processi sugli affari del clan Piccolo che presto potrebbe arrivare al secondo round in Appello dopo le sei condanne inflitte in estate ha fatto emergere le modalità con le quali uno dei personaggi di punta della mala locale gestiva l’affare dello smercio di stupefacenti. Nel corso di una perquisizione a casa della compagna fu trovato un pizzino riferibile ad Achille Piccolo ’75 e indirizzato al “Secco” (alias Francesco Piccolo, poi defunto prima del blitz, ndr).
Si tratta in realtà di un tovagliolo di carta sul quale Piccolo avrebbe vergato delle cifre riferibili proprio a clienti e conti dello spaccio con la frase finale: “Di questi 40 restano 7 grammi”. Secondo la Dda è il segno tangibile che in quel periodo quest’ultimo era impiegato nell’attività di vendita di sostanze stupefacenti per conto del clan.
Nell’abitazione della compagna furono trovate dieci lettere spedite dal carcere di Tolmezzo ed attribuibili a Piccolo ma soprattutto questo pizzino. Nell’abitazione del sodale furono trovato tre manoscritti attribuiti ad Achille Piccolo.

