NAZIONALE – Anche per il 2024 è attiva l’opzione del riscatto della laurea. Si tratta di un meccanismo introdotto nel 1997 in cui è possibile convertire (pagando, ndr) gli anni spesi all’università in anni contributivi e quindi valevoli per il calcolo della pensione. In questo modo si aumenta la propria anzianità contributiva e si può uscire dal lavoro prima. Il riscatto della laurea vale solo per gli anni accademici legali del corso e non per quelli da fuori corso. Inoltre non valgono nemmeno i master, anche se ottenuti presso atenei pubblici.
Non è obbligatorio riscattare l’intero corso di studi, ma si può anche scegliere di pagare solo per una parte divisa in annualità. Tutto dipende, in molti casi, dei contributi che si necessitano per raggiungere la pensione. Il periodo riscattabile va dal 1° novembre dell’anno di immatricolazione al 31 ottobre dell’ultimo anno di durata legale prevista dal corso stesso.
La domanda di riscatto può essere presentata da chi ha maturato almeno un contributo all’interno della gestione previdenziale presso la quale intende far accreditare la contribuzione.
La somma da versare come contributi per riscattare la laurea dipende dall’anno in cui sono avvenuti gli studi e dal sistema di calcolo previdenziale che era in atto. La data clou è il 1° gennaio 1996: prima di quella data gli assegni venivano calcolati con il metodo retributivo, successivamente con quello contributivo.
Se gli anni da riscattare cadono nel periodo del metodo retributivo, l’onere viene quantificato sulla base del beneficio pensionistico derivante dal riscatto stesso. Nell’altro caso, quello del sistema contributivo, la somma da versare è determinata applicando l’aliquota della contribuzione indennità vecchiaia e superstiti alla retribuzione percepita nei 12 mesi precedenti la data di domanda del riscatto. Nel 2024 l’aliquota è pari al 33%.
La buona notizia però è che esiste anche il riscatto agevolato che prevede un riscatto a costo fisso e inferiore. L’agevolazione riguarda per chi ha studiato a partire dal 1995 in poi. Nel 2023 l’onere ammontava a 5.700 euro per ogni anno di riscatto agevolato, mentre per il 2024 si attende la definizione da parte dell’Inps ma la cifra dovrebbe su per giù essere simile.