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Pagavano 5mila euro per una moglie, cancellati 40 matrimoni: il verdetto per 9

 

SAN CIPRIANO D’AVERSA/MONDRAGONE/CASTEL VOLTURNO. Nuovo snodo chiave per la  “fabbrica di finti matrimoni”, guidata da una donna già nota alle cronache come la “maga dei promessi sposi”, consentiva a migranti non regolari di ottenere il permesso di soggiorno.

La prima sezione della Corte di Appello ha accettato le richieste di concordato avanzate dagli imputati condannati in primo grado. Sono state dunque rideterminate le pene per Francesca Caterino Riccardi (2 anni), Errica Russo (2 anni), Angelica Loffredo (2 anni), Antonella Nardelli (2 anni), Luisa Maiello (2 anni), Nabil El Hazmi (2 anni e mezzo), Hicham Metrache (2 anni e mezzo), Karima El Hariri (1 anno e 10 mesi) e Hadi El Houite (1 anno e 10 mesi).

Complessivamente furono 66 gli indagati e oltre 40 i matrimoni fittizi accertati tra il 2019 e il 2020, per un giro d’affari di circa 200mila euro.

La banda, che aveva ramificazioni anche ad Avezzano, era capeggiata e composta soprattutto da donne; il vertice era la cosiddetta “Zia Maria” che intascava fra 5000 e 6500 euro dagli immigrati (perlopiù marocchini e tunisini) in contanti o via Western Union.

Le sorelle e la barista

In totale sono state 25 le donne italiane, tra 21 e 49 anni, a essersi sposate con stranieri più o meno della stessa età; in alcuni casi è stata fatta solo promessa di matrimonio, che ha validità di 6 mesi, ma consente comunque allo straniero di avere permesso di soggiorno.

Le spose erano scelte tra ragazze spesso indigenti, che, come le altre “spose”, hanno contratto più matrimoni, figurando anche come testimoni per altre nozze di comodo.