CASALUCE. Sono stati tutti adottati e ora hanno una famiglia, i 400 cani che il 20 ottobre scorso furono sequestrati dai carabinieri in un canile lager di Casaluce. Gli animali erano stipati in oltre 260 box erano senza cibo e in alcuni casi senza acqua, gravemente maltrattati, e c’erano anche cuccioli morti dentro alcuni box ancora ai piedi delle mamme.
Determinante per il sequestro degli animali fu circa 2 mesi fà il “pressing” del Partito Animalista Italiano, di Stop Animal Crimes e di altre associazioni con l’avvocato Cristiano Ceriello, che spinse la Procura di Napoli Nord ad intervenire; i volontari guidati da Carmine Munno ottennero così la custodia giudiziaria della struttura. E’ nato così un vero e proprio “Modello Casaluce”.
Dopo qualche settimana dal sequestro infatti, sulla spinta di volontari e legali, fù adottato dall’autorità giudiziaria un provvedimento innovativo nel suo genere: seppure si trattasse di un sequestro preventivo, i cani furono considerati “dei beni mobili deperibili” e pertanto pur in costanza di indagini, furono autorizzate le loro adozioni previo versamento cauzionale di un contributo da 5 a 50 euro (nel caso in cui il proprietario della struttura lager fosse un domani assolto), tutto tramite i Carabinieri del Cites.
E’ così che in tempi record sono arrivate migliaia di richieste di adozioni, anche dall’estero, e da ieri tutti i cani sono partiti, adottati da tutta Italia, presso una famiglia che non hanno mai conosciuto. Nella vicenda di Casaluce è passato il principio che non sarà più necessario aspettare l’esito di un processo, spesso troppo lungo, per poter dare una nuova vita ad animali innocenti vittime di abusi e maltrattamento, e questo precedente apre la strada alle adozioni da strutture sequestrate, canili lager, allevamenti dell’orrore nell’interesse degli animali.