CASERTA/MARCIANISE/MADDALONI. Un incontro con un funzionaria della prefettura di Caserta cui è stato ribadito l’urgenza di sollecitare le istituzioni regionali e nazionali a muoversi per evitare un nuovo dramma sociale. E’ il risultato ottenuto con il presidio tenuto davanti alla prefettura dai lavoratori della sede casertana della Softlab, azienda di informatica con siti produttivi in tutta Italia, ma che solo nel Casertano registra problemi, tanto gravi da tenere in cassa integrazione da anni circa 200 lavoratori e da non pagare gli stipendi ai circa 40 impegnati da remoto in un progetto commissionato altrove.
La complicazione è che i lavoratori della sede casertana di Softlab sono tutti ex dipendenti della multinazionale Jabil, fuoriusciti da quest’ultima negli anni scorsi in seguito ad una crisi produttiva e assunti in Softlab sulla base di incentivi pagati da Jabil e di processi di reindustrializzazione voluti dalle istituzioni governative e regionali, ma mai decollati; i lavoratori dovevano dunque essere garantiti dalla presenza delle istituzioni, ma una volta passati in Softlab per loro è iniziato lo stesso “calvario”, fatto di pesanti incertezze sul futuro lavorativo, già vissuto in Jabil.
In una nota, il segretario casertano dei metalmeccanici della Fiom-Cgil Francesco Percuoco, ricorda che “non c’è tempo da perdere visto che a fine dicembre scade la cassa integrazione. Lunedì prossimo nell’incontro che avremo insieme a Cgil, Cisl e Uil con i parlamentari del territorio, chiederemo anche il loro coinvolgimento per difendere i lavoratori e il territorio di Caserta da un incessante depauperamento industriale, e da imprenditori senza scrupoli. Perché questa è una vergogna nazionale che grida vendetta. I lavoratori non ci stanno e si mobiliteranno per riavere la loro dignità che si sono conquistati con il lavoro, vedendosela scippata da altri sotto gli occhi delle istituzioni che dovevano vigilare”.