
MARCIANISE/CAPUA/CURTI. Truffe assicurative, ora arrivano i provvedimenti dell’Asl. In queste ore è stata disposta la sospensione per Umberto Laurenzo, medico capuano in servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale Guerriero di Marcianise e già destinatario della misura dell’interdizione dalla professione.
Tra gli episodi finiti nel mirino della Procura di Napoli c’è quello relativo ad un incidente, analizzato dopo il fascicolo acquisito nello studio di uno degli avvocati indagati, un civilista di Minturno.
Nella denuncia all’assicurazione si chiedeva un risarcimento di 107mila euro a seguito di un incidente avvenuto tra un’auto ed una bici. Il ciclista però non avrebbe avuto, secondo la Procura, le fratture che invece erano presenti nel referto rilasciato dal pronto soccorso dell’ospedale.
Due i nosocomi nel mirino dell’inchiesta per la presenza di quattro tra medici e sanitari indagati: Frattamaggiore e Marcianise, dove l’unico destinatario della sospensione di un anno è Umberto Laurenzo di Capua.
I destinatari di misura, assieme ad altri 23 indagati in stato di libertà, sono indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alle truffe assicurative con fraudolento danneggiamento di beni assicurati e ricorso a certificati medici falsi rilasciati da medici ritenuti dagli investigatori compiacenti, riciclaggio, indebita percezione del reddito di cittadinanza e furto aggravato. Le attività, coordinate dalla Procura partenopea e condotte dalla stazione Carabinieri di Napoli Marianella sono frutto di approfondimento su materiale già sequestrato nel corso dell’esecuzione di una prima ordinanza applicativa di misure cautelari per associazione a delinquere finalizzata a furti, rapine e truffe assicurative, eseguita lo scorso 1 marzo, permettendo di raccogliere indizi a carico degli indagati e di rivelare l’operatività di un’associazione che, da oltre un decennio, opera nel territorio campano.
In particolare, le indagini hanno consentito di delineare il modus operandi del sodalizio, all’interno del quale erano ben definiti i ruoli di capo, promotori e partecipi e tra i quali figurano due avvocati e diversi medici, tra cui quattro in servizio degli ospedali mentre altri due operavano in centri diagnostici privati. Il profitto del reato della truffa assicurativa, una volta incassato, veniva poi movimentato e prelevato in maniera frazionata, nel tentativo di dissimularne la provenienza illecita. Documentata anche l’indebita percezione del reddito di cittadinanza da parte di due degli indagati, per un ammontare complessivo di 20497 euro.

