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Incidenti sospetti e investimenti in Costiera, la scia del ras emergente

SAN CIPRIANO D’AVERSA. Non c’è solo il noleggio delle auto tra gli affari a quattro ruote di Emilio Martinelli, il figlio dello storico boss sanciprianese Enrico arrestato una settimana fa dalla squadra mobile di Caserta.

La Procura sta valutando anche fascicoli provenienti dal tribunale civile e riferibili ad una serie di incidenti stradali che vedrebbero il coinvolgimento del giovane. Un giro, quello degli incidenti, che fa gola da sempre ad ambienti più o meno contigui alla criminalità, anche se al momento l’ipotesi è ancora da accertare. Sotto la lente della Dda ci sono pure alcuni investimenti in Costiera, ma al puzzle investigativo mancano diversi pezzi prima di trarre conclusioni, oltre quelle emerse nell’ultima inchiesta. Martinelli al momento è in cella, in attesa del possibile ricorso al Riesame.

L’indagine

Un primo gruppo composto da sei persone e attivo nel settore delle estorsioni e delle armi era già stato smantellato: i componenti furono catturati nel luglio 2021 e sono già stati condannati. Le successive indagini hanno consentito di accertare che a dispetto di arresti, condanne e pentimenti, il clan dei Casalesi ha sempre continuato a essere operativo, con una rimodulazione della composizione delle fazioni e degli equilibri tra le stesse, restando comunque fermo il comando delle nuove generazioni delle famiglie Schiavone e Bidognetti.

Un paio di anni fa l’indagine che portò in manette i figli del boss Francesco Bidognetti, ora l’arresto di un altro “pezzo da novanta” rimasto sul territorio, il 32enne Emilio Martinelli, figlio di Enrico, esponente di spicco dei Casalesi, che in questi anni ha assunto un ruolo direttivo del clan per i traffici di droga, le estorsioni ai danni di commercianti, il noleggio delle auto e le truffe relative al bonus 110% nel territorio di San Cipriano di Aversa. Martinelli si sarebbe avvalso della collaborazione di altri 5 soggetti, già sottoposti a misure cautelari, ognuno dei quali svolgeva un ruolo ben preciso per le estorsioni e la gestione dell’arsenale a disposizione del clan, costituito da revolver, pistole semi automatiche, kalashnikov e pistola mitragliatrice modello Uzi.