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Arsenale e affari del nuovo clan, ecco chi è il figlio del boss arrestato. NOME, FOTO E DETTAGLI

San Cipriano d’Aversa. La Squadra Mobile di Caserta ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di EMILIO MARTINELLI, gravemente indiziato del reato di associazione di tipo mafioso.

Il provvedimento è scaturito dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile di Caserta, coordinate dalla D.D.A. di Napoli, nel corso delle quali sono emersi elementi che hanno consentito di ricostruire il riassetto del clan dei casalesi e i legami tra i diversi gruppi confederati, operanti ciascuno nella propria zona.

In una prima fase dell’indagine è emerso un primo gruppo composto da 6 soggetti, attivo nel settore delle estorsioni e delle armi, i cui componenti sono stati catturati nel luglio 2021 e già raggiunti da sentenza di condanna.

Le successive indagini hanno consentito di accertare che il clan dei casalesi, nonostante le condanne riportate da alcuni esponenti e la decisione di collaborare di altri, ha sempre continuato a essere operativo, con una rimodulazione della composizione delle fazioni e degli equilibri tra le stesse, restando comunque fermo il comando delle nuove generazioni delle famiglie Schiavone e Bidognetti.

In tale contesto investigativo è emersa la figura di Martinelli, figlio di un esponente di rilievo della fazione Schiavone del clan dei casalesi, attualmente detenuto e sottoposto al regime dell’art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario. L’odierno arrestato ha partecipato al sodalizio criminale con un ruolo direttivo, rappresentando il vero e proprio referente del clan dei casalesi per i traffici di droga, le estorsioni ai danni di commercianti, il noleggio delle auto e le truffe relative al bonus 110% nel territorio di San Cipriano di Aversa.

L’arrestato si avvaleva della collaborazione di altri 5 soggetti, anch’essi indagati nel medesimo procedimento e già precedentemente sottoposti a misure cautelari, ognuno dei quali svolgeva un ruolo ben preciso, per la realizzazione degli scopi illeciti del sodalizio criminale e per la gestione dell’arsenale a disposizione del clan, costituito da revolver, pistole semi automatiche, kalashnikov e pistola mitragliatrice modello UZI.

Alla luce dei gravi ed inconfutabili elementi emersi nel corso delle indagini, Martinelli è stato sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.