CARINOLA. Il 24 agosto del 2021 un’esplosione dovuta a una fuga di gas in una palazzina in strada del Bramafame, alla periferia di Torino, costò la vita a un bimbo di quattro anni, Aron Tila, che insieme ai genitori si era trasferito in Piemonte da Carinola da meno di 24 ore.
Per questa vicenda oggi il gup Irene Gallesio ha accolto la richiesta di patteggiamento presentata da uno degli imputati, B.S., 27 anni, albanese, parente della famiglia di Aron: con l’assistenza degli avvocati Margherita Pittarelli ed Enrico Cairo l’uomo ha concordato due anni e due mesi di detenzione domiciliare (un istituto introdotto dalla riforma Cartabia) con la possibilità di uscire di casa per lavorare. A questa soluzione, secondo quanto si apprende, B.S. è arrivato dopo avere versato ai familiari di Aron delle somme di denaro a titolo di indennizzo.
L’albanese rispondeva di ‘cooperazione in omicidio colposo’ perché, secondo quanto è stato ricostruito, determinò la fuga di gas attivando (per la cena) la bombola sbagliata fra quelle presenti nel pozzetto dei contatori. L’altro imputato era un artigiano di 69 anni che abitava nella stessa via e che, secondo le accuse, in passato aveva svolto abusivamente dei lavori nell’edificio: lo scorso 13 luglio l’uomo è stato condannato a due anni e sei mesi.