NAZIONALE – A partire dal prossimo mese di novembre potrebbe esserci una svolta epocale mai accaduta in 50 anni. Per la prima volta le tasse si potrebbero non pagare più in anticipo ma ad anno concluso e reddito guadagnato. Si sta, infatti, lavorando per abolire il versamento dell’acconto già da novembre 2023 a beneficio di milioni di attività economiche: artigiani, commercianti e liberi professionisti con l’ipotesi anche di dipendenti e pensionati con altri redditi.
Le tasse quindi diventerebbero a rate con versamenti a partire da gennaio 2024 fino a giugno. Si comincerà dalle partite Iva, ma una volta tirate le somme e fatte le valutazioni del caso, è possibile che l’iniziativa venga estesa anche ai dipendenti che hanno altri redditi e ai pensionati.
La norma andrà inserita nel decreto fiscale collegato alla manovra. Probabilmente ci sarà un tetto di fatturato fino a 500mila euro. Si tratta quindi di una platea di 3 milioni di attività e migliaia di contribuenti che non sarebbero più obbligati entro il 30 novembre a versare al fisco l’acconto Irpef. Si inizierà a pagare da gennaio e fino a giugno con rate mensili.
In questo modo si genererà più liquidità per i cittadini e nessun problema per i conti pubblici. Il primo step sarebbe quello di applicare la misura alle sole partite Iva che rientrano in un limite di reddito per poi estenderla a tutte le partite Iva senza limiti e infine anche ai dipendenti che percepiscono redditi differenti e ai pensionati.
Ma non è tutto perché potrebbero esserci anche altre novità in materia fiscale. Il governo si avvia a dire addio alla stagione dei bonus edilizi multi aliquota. Sono poi previsti controlli incrociati fra Inps e Agenzia delle Entrate sull’evasione di colf e badanti.