Skip to main content

Ergastolo a Marotta, in primo grado collegio difensivo al femminile aveva strappato 24 anni per l’omicidio

San Felice a Cancello. Il caso Marotta – il delitto Tedesco torna alla ribalta con la notizia dell’ergastolo in appello, la difesa non l’ha spuntata.

In primo grado, ricordiamo ai lettori, l’imbianchino di San Felice a Cancello si era visto infliggere la pena di  24 anni per l’omicidio e 2 anni e sei mesi per reato minore, all’epoca dinanzi alla Corte d’Assise di Santa Maria C. Vetere, presieduto dal Presidente Donatiello (di grande esperienza e professionalità) si scontrarono, con il P.M.,  le penaliste Avv. Te PISCITELLI ROSA e   PACELLI STEFANIA  dello studio IZZO – PISCITELLI & PARTNERS, erano riuscite analizzando minuziosamente lo scibile di messaggistica ed ogni atto istruttorio, a mettere su una linea di difesa che si dimostrava- senza ombra di dubbio- di essere vincente. Si ricorda che con una arringa di tre ore all’epoca, era il febbraio 2022 , l’appena 30enne Piscitelli con tenacia e oculatezza, passava in rassegna tutto quanto accaduto e soprattutto le risultanze processuali sbarrando in maniera inequivocabile la strada alla possibilità di un ergastolo come pur richiesto dalla Procura. Il risultato dette ragione alla linea di difesa e ristabilì la verità fattuale e circostanziale.

In appello una doccia fredda per il Marotta che si era affidato ad un veterano degli avvocati casertani, il Collegio ha statuito l’ergastolo, dunque ogni elemento che il MAROTTA riteneva effettivamente la cartina tornasole della verità fattuale di cui al fatto dell’11.11.2020  viene offuscata e cedeva terribilmente sotto la scure della pronuncia di ieri. non avrebbe mai immaginato, il Marotta, di trovarsi ad ascoltare tale verdetto. Avrà sicuramente pensato nell’affidare la sua difesa al nuovo difensore, che avrebbe trovato spazio una riforma in meius, così non è stato! Purtroppo resterà solo l’eco dell’iter difensivo “audace ed incisivo” della giovane penalista Piscitelli, in particolare, che ha creduto oltre ogni difficoltà, nella propria linea, affermandola a colpi di atti processuali avendo come faro, unicamente, il giusto processo e la verità

Questo è un giorno di difficile qualificazione, perché da un lato, si potrebbe essere tentati di affermare che giustizia è fatta, perché la vita è e resta il bene per eccellenza, ma se poi, ci si sposta verso un esame giuridico e processuale, è evidente che i giuristi avranno molto da approfondire. Il Marotta ha errato nel commettere il fatto, oltremodo alla luce dei risultati, crederà fortemente di aver sbagliato nuovamente nella decisione di cambiare difensore.

Adesso solo la Suprema Corte di Cassazione, qualora ritenga il condannato, avrà  l’ultima parola sulla vicenda almeno processualmente, per quella umana, ogni parola rimane superflua dinanzi al dramma di un delitto che ti lascia sgomento e soprattutto che ha lasciato una scia di immenso dolore oltre al vuoto nel cuore di chi amava la cara Maria Tedesco.