Skip to main content

IL NOME. Muore schiacciato in fabbrica, ecco chi è la vittima: due comunità in lutto

L’AGGIORNAMENTO

MARCIANISE. Si chiamava Giuseppe Borrelli, aveva 51 anni, ed era di Pignataro Maggiore, l’operaio morto schiacciato nel corso del turno di notte. Il drammatico incidente è avvenuto all’interno di uno dei capannoni del gruppo Comet Sud (azienda specializzata nella laminazione dei metalli), dove i rilievi delle forze dell’ordine sono andati avanti fino alle prime ore di questa mattina. La tragedia si è materializzata pochi minuti prima delle 22, nel corso del turno di notte.

Pino, come i colleghi, lo chiamavano affettuosamente, era un operaio esperto. Le indagini dovranno appurare cosa abbia provocato l’incidente che gli ha causato la frattura fatale nella zona del collo. Una vita, la sua, caratterizzata sempre dai sacrifici del lavoro: era nato in Svizzera, come tanti suoi conterranei emigrati alla ricerca di una occupazione migliore. Ora la comunità attende la liberazione della salma dopo la necessaria autopsia per l’ultimo abbraccio.

IL PRIMO LANCIO IN ANTEPRIMA DI EDIZIONE CASERTA

MARCIANISE. Le lancette dell’ora in fabbrica si sono fermate pochi minuti dopo le 22. In pieno turno di notte, un tonfo tremendo ha sconvolto per sempre i colleghi e tolto per sempre un uomo l’affetto della sua famiglia.

Una tragedia si è materializzata in un’azienda della zona industriale di Marcianise specializzata nella lavorazione dei metalli. Per cause ancora in via di accertamento, infatti, un operaio è rimasto schiacciato, rimediando una frattura al collo che purtroppo ha avuto esito fatale. Una dinamica davvero sconvolgente soprattutto per i colleghi che hanno notato la scena e che sono comprensibilmente sotto choc.

Nonostante l’immediato intervento degli operatori sanitari del 118 per l’operaio non c’è stato  nulla da fare. In questo momento si attende l’arrivo del magistrato che dovrà disporre il sequestro della salma e il trasferimento all’istituto di medicina legale per l’esame autoptico.

La strage continua: 3 vittime poche ore prima

Continua, senza sosta, la scia delle vittime del lavoro senza sicurezza e prevenzione, anche oggi con tre nuovi nomi si allunga la lista di chi ha perso la vita mentre si guadagnava la giornata, a sole 24 ore di distanza dal corteo che ieri a Vercelli, con le bandiere a lutto, ha ricordato, accanto ai familiari delle vittime, i cinque operai travolti sui binari a Brandizzo.

A Rivoli, alle porte di Torino, si è sfiorata la strage, in via Acqui, per il crollo di una impalcatura nel cantiere per la costruzione della nuova chiesa evangelica. Tre operai sono rimasti sepolti sotto le macerie e sono stati tirati fuori dai vigili del fuoco e portati in ospedale. Uno di loro è molto grave ed è stato trasportato in codice rosso con l’elisoccorso al Cto, gli altri due avrebbero ferite lievi e dovrebbero cavarsela.

I muratori stavano gettando la soletta in calcestruzzo e l’impalcato non avrebbe retto. Il cantiere, privato, è aperto da sei anni, ma i lavori sono stati interrotti diverse volte. Sempre nell’edilizia, ha perso la vita un operaio giuglainese di 54 anni che stava lavorando con una squadra di colleghi a Corchiano, nel viterbese, in una palazzina di edilizia popolare dell’Ater. Inutile il trasporto al Gemelli, a Roma. È deceduto nella notte dopo il ricovero. Il grave incidente, per il cedimento di una controparete, è avvenuto ieri e si è appreso solo oggi. Ferito in maniera non grave anche un altro operaio. Evacuate per sicurezza tre famiglie che alloggiavano nello stabile. Sulla vicenda indagano i carabinieri di Civita Castellana e gli ispettori della Asi.

Ad Ancona, un uomo di 53 anni, Andrea Monti, titolare di una ditta di impiantistica per depuratori, ha perso la vita dopo essere salito sul tetto della sua azienda, in via Ferruccio Fioretti, per un sopralluogo, per la installazione di un impianto fotovoltaico. L’imprenditore è finito sul lucernaio che non ha retto il suo peso e si è sfondato, la caduta da dieci metri non ha lasciato scampo al manager della società ‘Quattro Separator’.

Agli Spedali Riuniti di Brescia, dopo un a settimana di agonia, è morto l’operaio 50enne Gianfranco Corso che mercolefì scorso, una settimana fa, era rimasto intrappolato a nove metri di profondità in un pozzo al santuario Madonna di San Polo a Lonato del Garda, nel bresciano.