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I 5 dissidenti stendono il tappeto rosso a Fattopace e Argenziano

Capodrise. Ieri sera il consiglio comunale, l’ultimo, prima di quello decisivo sulla mozione di sfiducia che decreterà la parola fine all’amministrazione di Vincenzo Negro, dopo poco meno di due anni.

Quattro consiglieri comunali (Cecere, Negro, Russo Raucci e Di Paolo) firmatari della mozione si sono messi nei banchi alla destra della sala. Sono arrivati al Municipio tutti assieme, in parata.

La quinta, Luisa Palazzo, al suo posto di presidente del Consiglio, ha seguito la linea che era stata concordata tra loro, probabilmente previa intesa con gli esponenti di opposizione Nino Argenziano e Giuseppe Fattopace che ha annunciato il distacco dal gruppo consiliare con Nicola Belardo.

Ieri i cinque consiglieri hanno assecondato la proposta della minoranza di votare un ordine del giorno che non era previsto nell’elenco della seduta.

In pratica a sollevare la questione è stato Fattopace che durante la discussione del primo punto (verbali della seduta precedente) ha chiesto una votazione per dare l’indirizzo di annullare una delibera di fine luglio che era stata bocciata dalla Corte dei Conti.

Delibera che invece era stata votata favorevolmente dai 5 consiglieri. In pratica è stato aggiunto un ordine del giorno e i 5 hanno seguito le richieste della minoranza facendo dietrofront, la presidente Luisa Palazzo gli ha praticamente steso un tappeto rosso.

Sembrava di essere alle Idi di Marzo, il sindaco nei panni di Giulio Cesare circondato dai congiurati che erano tutti tra il pubblico.

C’erano quasi tutti i grandi elettori (senatori) che stanno determinando la fine anticipata dell’amministrazione, mancavano solo Bruto e Cassio.

Votata all’unanimità la delibera sulla Protezione civile, un atto dovuto ma anche su questo punto la discussione è stata vivace, tra l’ex assessore delegato Nicola Cecere e il sindaco Vincenzo Negro. Entrambi hanno rivendicato l’iniziativa.

Il sindaco ha sottolineato che questa delibera urgente poteva essere votata prima ma a suo dire ci sono stati degli ostacoli che i 5 consiglieri hanno posto. Negro ha avuto anche una discussione con Michele Di Paolo e gli ha ricordato di non averlo mai visto al Comune.

Insomma un clima davvero acre, un po’ alla Hobbes, è il segno della fine, non c’è più possibilità di intesa o di accordo, gli equilibri si sono rotti. Sul finale a riscaldare ulteriormente gli animi ci ha pensato il consigliere Nino Argenziano, stoppato persino dall’accondiscendente Luisa Palazzo, che voleva far mettere a verbale cose completamente diverse (posti di lavoro Ex Giardini del Sole e assunzione della nuova dirigente) mentre si stava approvando la delibera della Protezione civile.

Qui c’è stata anche una vivace diatriba tra Argenziano e Belardo che lo ha ripreso dicendo: “Vai a fare denuncia ai carabinieri se pensi ci siano delle irregolarità”. Il sindaco ha aggiunto: “Già lo ha fatto”.

Con queste premesse comincia di fatto la campagna elettorale…

Due  cose ancora da sottolineare: i 5 consiglieri si stanno prendendo una grossa responsabilità e cioè quella di privare Capodrise di una figura guida in un periodo storico irripetibile.

Un sindaco che nonostante il destino segnato sta affrontando questo momento con grande dignità e meriterebbe maggiore rispetto da parte di tutti.

Infine auspichiamo che per la prossima campagna elettorale tutti i senatori che erano seduti tra il pubblico ci mettano la faccia sul manifesto elettorale, senza nascondersi dietro altri alle prime armi e con competenze non sempre di prima fascia.