CASERTA/SANTA MARIA CAPUA VETERE/RUVIANO. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere molti dei 10 indagati nell’inchiesta sulle truffe agli anziani. Sono comparsi tra gli altri davanti al gip in queste ore Antonio Francescone, Gennaro Francescone, Gabriele Francescone, Ciro Guasco, Nicola Mango, Aniello Francescone, Pasquale Vacca, Salvatore Martinelli, Domenico Eduardo Di Palo 29enne di Napoli, Carmela Rubino.
I segreti della banda nei cellulari
Cellulari usa e getta, con i quali comunicare e inviare le foto del bottino, per evitare che qualcuno si impossessasse di qualche monile invece di condividerlo con i complici, e un “bonus”, di alcune centinaia di euro, per chi commetteva il raggiro. E’ quanto emerso dalle indagini dei carabinieri di Caserta che, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno sgominato una banda di truffatori con base a Napoli che prendeva di mira gli anziani tra Campania e basso Lazio.
Il gruppo individuava le vittime, spesso sole, e le sceglieva soprattutto perché avevano dei nipoti; i truffatori agivano di solito in due, uno contattava telefonicamente la vittima prescelta, usando quasi sempre lo stratagemma del pacco per il nipote da consegnare a casa e per il quale andava pagata una somma; intanto il complice si presentava poco dopo a casa dell’anziana e si faceva pagare in soldi, gioielli, fedi e buoni postali, consegnando un pacco in cui non c’era nulla.
I truffatori – è emerso – si riunivano quasi tutte le mattina in una piazza centrale di Napoli, nella zona dei tribunali, e i vertici del gruppo, due fratelli di 32 e 34 anni, impartivano le indicazioni sulle vittime, consegnavano agli esecutori le chiavi dell’auto a noleggio e cellulari usa e getta; e per evitare poi che chi commetteva la truffa potesse mettersi in tasca parte del bottino, i due fratelli consegnavano agli esecutori anche uno smartphone con cui fotografare i gioielli di cui si erano impossessati durante il colpo, per poi confrontarli una volta arrivati a Napoli.