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Enterovirus nei neonati, segnalati casi anche in Italia: è allarme

Enterovirus neonati

NAZIONALE – Sono in aumento i casi di enterovirus nei neonati. Dopo l’allarme partito dalla Francia lo scorso mese di maggio, nei giorni scorsi l’Ufficio regionale dell’Oms ha comunicato nuovi casi segnalati in diversi Stati membri come Croazia, Italia, Spagna, Svezia e Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.

Nel dettaglio in Italia al 26 giugno sono stati segnalati 7 casi di infezione neonatale da enterovirus E-11. Tre dei sette casi sono stati ricoverati nell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale (NICU). Al momento della segnalazione, un caso rimane in terapia intensiva neonatale, uno sta mostrando un miglioramento clinico e uno è stato dimesso. Altri due casi, risultati positivi allo screening, non presentavano sintomi significativi.

Gli enterovirus sono virus piuttosto comuni che causano infezioni soprattutto a carico dell’apparato respiratorio e sono responsabili di epidemie annuali. La maggior parte delle persone entra in contatto nel corso della vita con questi virus ma in alcuni soggetti, come appunto i bambini possono incorrere complicazioni anche gravi.

Le infezioni da nuovo ceppo di enterovirus E-11 si manifestano con numerosi sintomi come eruzioni cutanee, gastroenteriti, malattie febbrili a gravi disturbi neurologici, tra cui meningite, encefalite e paralisi flaccida acuta (AFP), miocardite, pericardite. Le infezioni possono causare gravi malattie infiammatorie nei neonati, inclusa una grave epatite acuta con coagulopatia. È stato riportato che Echovirus 11 (E-11) causa gravi malattie nei neonati e nei lattanti, con elevata morbilità e mortalità.

La trasmissione può avvenire per via aerea o può essere trasmesso da madre a figlio, incluso il periodo intrapartum per esposizione a sangue materno, secrezioni e/o feci.

L’Oms valuta comunque il rischio per la popolazione basso: “Sulla base delle informazioni limitate disponibili, l’Oms valuta che il rischio di salute pubblica per la popolazione generale sia basso. Continuiamo a incoraggiare i Paesi a monitorare e riferire sui casi. Le strutture sanitarie che si prendono cura dei neonati dovrebbero familiarizzare con i segni e i sintomi dell’echovirus e mantenere la vigilanza per potenziali infezioni ed epidemie associate all’assistenza sanitaria”.