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Giovanissimo pugnala al petto coetaneo dopo rissa: “Non l’ho fatto apposta”. Va in comunità

LUSCIANO. Previa autorizzazione del Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Napoli, nel pomeriggio di ieri, ad epilogo di una meticolosa indagine eseguita dalla Polizia di Stato di Caserta, personale del Commissariato di P. S. di Aversa ha eseguito la misura cautelare del “Collocamento in comunità” emessa dall’Ufficio del G. I. P. nei confronti di un giovane, minore all’epoca dei fatti, in relazione al reato di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dall’uso di armi improprie. Il provvedimento coercitivo si riferisce al grave fatto delittuoso verificatosi in Lusciano lo scorso 28 aprile.

Nella circostanza, poco dopo le 17, personale della “squadra volanti” del commissariato interveniva in quella via della Repubblica ove era stata segnalata una rissa fra giovanissimi, a seguito della quale uno dei partecipanti, un diciasettenne del posto, con precedenti per reati contro il patrimonio, era stato soccorso e trasportato tramite “118” all’Ospedale Moscati per profonde ferite da arma da taglio all’addome.

Sul posto, alcuni testimoni consentivano di ricostruire dettagliatamente la dinamica dei fatti riferendo di aver notato un gruppo di ragazzi che inseguiva un coetaneo che una volta raggiunto veniva prima percosso violentemente e poi attinto, da uno degli inseguitori che brandiva un coltello, all’addome. Nell’immediato i poliziotti della “Squadra Investigativa” del commissariato acquisivano informazioni che permettevano di identificare il presunto responsabile del grave fatto delittuoso il quale, rintracciato tramite il padre, si presentava agli investigatori ai quali, però, forniva una versione alquanto inverosimile dell’andamento dei fatti.

L’indagato, infatti, dichiarava di avere avuto un acceso diverbio con la vittima, che conosceva, la quale in quel frangente aveva estratto un coltello che però poi aveva perso nella concitazione.

Il ragazzo affermava, quindi, di avere raccolto l’arma ma che l’altro gli si era avventato contro ferendosi accidentalmente. Gli ulteriori approfondimenti investigativi, delegati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, consentivano innanzitutto di verificare che le ferite erano state causate da colpi inferti con una forza ed una violenza del tutto incompatibili con l’evento accidentale infatti la lama, di almeno 10 cm, aveva trapassato il fegato e solo per un caso fortuito non aveva causato lesioni ad altri organi vitali e che la vittima aveva corso un grave pericolo tanto da essere condotto d’urgenza in sala operatoria.

I testimoni, inoltre, avevano chiaramente riferito di come l’aggressore avesse egli estratto il coltello e, prima di colpirla, minacciato la vittima. Sulla scorta delle risultanze investigative, quindi, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e il concreto pericolo di reiterazione della condotta criminosa da parte dell’indagato che, con la stessa, aveva evidenziato una particolare indole violenta, l’Ufficio del G.I.P., su conforme richiesta della Procura presso il Tribunale per i minorenni, applicava la misura cautelare coercitiva del collocamento in comunità nei confronti del giovanissimo indagato che, solo pochi giorni fa era diventato maggiorenne.