NAZIONALE – Riuscivamo a prendere il controllo delle sim telefoniche impossessandosi poi dei codici dispositivi inviati alle utenze telefoniche e li utilizzavano per entrate nella home banking delle vittime svuotandone il conto. Dopo due anni di indagini il Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale del Lazio coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma ha arrestato 6 persone, 5 a Roma e una a Torino con l’accusa di frode informatica, furto di identità digitale, riciclaggio e auto riciclaggio.
La tecnica che usavano è quella definita sim swap, ovvero riuscivano ad impossessarsi del controllo delle sim per saltare il controllo sicurezza delle banche avendo così modo di entrare nei conti correnti delle vittime portando via loro il denaro. In due anni di indagini sono state decine gli episodi documentati. Ma l’organizzazione criminale non si limitava solo a questo perché era in grado di organizzare una frode informatica ai danni di istituti di credito molto articolata, una delle quali ha permesso alla banda di guadagnare quasi 3 milioni di euro.
Un’attività che seguiva un protocollo ben preciso, a dimostrazione che i criminali hanno una conoscenza approfondita delle dinamiche dei servizi bancari e del Sepa.
Forte di tali conoscenze, la banda è riuscita anche a riciclare importanti somme di denaro attraverso la costituzione di società fantasma a cui venivano intestati conti correnti bancari e postali, utilizzando sim telefoniche intestate a terzi per accedere ai servizi di home banking.