MARCIANISE. Costretto a pagare rate da 8mila euro al mese al clan dopo un prestito. E’ quanto accaduto ad un fabbro di Marcianise.
A raccontare la vicenda è il collaboratore di giustizia Claudio Buttone. Il suo verbale è finito al centro dell’ordinanza notificata la settimana scorsa nei confronti di 28 persone. Al centro c’è Giovanni Buonanno, figlio del boss Gennaro. Ecco il racconto di Buttone: “Giovanni Buonanno oltre allo spaccio di sostanze stupefacenti è dedito all’attività di usura nella quale ha investito i soldi guadagnati dal padre nelle attività illecite commesse dal clan Belforte, se non sbaglio nel 2010 presso la sua abitazione la questura di Caserta ha sequestrato una serie di assegni proventi dell’attività di usura.
So queste cose perchè mi sono state dette direttamente da Giovanni Buonanno che in quel periodo con la sua ditta stava effettuando lavori di idraulica all’interno dell’abitazione mia a Capodrise che è stata poi sequestrata. Tra i clienti sottoposti ad usura da Buonanno c’è un fabbro di Marcianise che ha contratto un debito da 200mila euro e che è stato costretto a pagare almeno fino al momento in cui Buonanno è stato libero la somma di 8mila euro al mese se non sbaglio.
Lo stesso fabbro si rivolse a me per ottenere un prestito riferendomi di essere in difficoltà economiche proprio per il prestito usuraio che aveva contratto con Giovanni Buonanno”.