Skip to main content

Il mastro casaro della coca voleva diventare broker: “Se guadagno questa cifra mi tolgo da mezzo”

San Felice a Cancello. A leggere gli atti dell’indagine sulla gang dei Casari, il mastro Cesare Martone era proprio convinto, tanto da disegnare anche la mappa degli obiettivi, cioè dei soldi che avrebbe guadagnato con lo spaccio della droga.

E’ il 22 febbraio del 2020 e Martone e a bordo della sua Nissan con alcune persone, tra cui un certo Giovanni, Cesare dice: “Se in 3 mesi riesco a guadagnare 10 mila euro mi devo togliere di mezzo (dallo spaccio), mi compro il telefono, 20 euro con la scheda che tengo a casa, alla faccia di chi mi vuole male”.

Poi in parte ci ripensa, perché il lupo perde il pelo ma non il vizio…

“E una volta alla settimana va bene pure spacciare, ma io non me lo porto appresso, lo piglio e lo poso”.

In pratica posa la quantità in un punto stabilito e poi per ogni telefonata prende la sostanza che gli chiedono.

Continua: “So io come fare. Se mi vedono da Giovanni da Sant’Agata (cliente fisso)…”

E poi racconta di aver rischiato grosso dopo che i carabinieri li scoprirono ed effettuarono la perquisizione al suo luogotenente Biagio Angelo Carfora tanto da andare a perquisire anche altre case vicine.

Il Cesarione voleva diventare più manager della coca, fare qualche colpo ogni tanto ma ben studiato, insomma questo era proprio convinto…