Caserta/Rocca d’Evandro. Il Pubblico Ministero della Procura di Santa Maria Capua Vetere, dott. Nicola Camerlengo, conferirà giovedì 30 marzo 2023, alle ore 12, negli uffici giudiziari di piazza Resistenza, al medico legale dott. Antonio Palmieri, l’incarico di effettuare l’autopsia sulla salma di Aldo Cristian Mambro per chiarire le cause di una morte avvenuta in ospedale, al Sant’Anna e Sebastiano di Caserta, a soli 31 anni, ad ora senza un perché e sulla quale i suoi cari, seguiti da Studio3A-Valore S.p.A., chiedono risposte.
L’indagine per omicidio colposo
Il Sostituto Procuratore, riscontrando l’esposto presentato dal padre della vittima, ha aperto un procedimento penale per l’ipotesi di reato di omicidio colposo, al momento contro ignoti, e ha ordinato quest’accertamento tecnico non ripetibile che sarà fondamentale per capire cosa sia successo al trentunenne, che viveva con i genitori a Rocca d’Evandro nel Casertano, ma che era conosciutissimo anche nel Frusinate, anche per la sua grande passione per la caccia, come attestano le centinaia di messaggi di cordoglio sui social di queste ore: lascia in un immenso dolore anche tre fratelli.
I primi dolori
Aldo lunedì 20 marzo aveva iniziato ad accusare forti dolori alla schiena: il giovane soffriva di obesità, ma proprio in virtù di questa sua condizione si sottoponeva a costanti controlli, i suoi esami erano sempre a posto e godeva di buona salute. Il padre gli aveva procurato dei cerotti medicali, che tuttavia non avevano sortito effetto, e così l’indomani, martedì, la madre aveva contattato il medico di famiglia, la quale, senza peraltro visitarlo, gli aveva prescritto alcuni medicinali, tra cui delle iniezioni, antinfiammatori e analgesici.
La situazione tuttavia non era migliorata, anzi, il trentunenne non riusciva più nemmeno a camminare e andare al bagno. E’ stato lui stesso quindi, nella stessa giornata di martedì, a chiamare un suo medico di fiducia che lo ha visitato, consigliando il ricovero. E’ stato pertanto chiamato il 118, è intervenuta a domicilio un’ambulanza con auto medica al seguito dal presidio di medicina d’urgenza di Roccamonfina e il paziente, dopo essere stato visitato dai sanitari, è stato condotto al pronto soccorso dell’ospedale civile di Caserta, dov’è giunto alle 21, seguito con mezzo proprio dalla mamma e due fratelli per accertarsi delle sue condizioni.
La seconda Tac mai fatta
Qui Mambro è stato sottoposto a una Tac, che non avrebbe rivelato nulla di anomalo, e ad una risonanza magnetica, dopodiché è stato riportato in pronto soccorso in attesa che si liberasse un posto in reparto. Mercoledì mattina il medico di turno ha disposto un’ulteriore risonanza magnetica, all’esito della quale, alle 14, il paziente è stato infine ricoverato in Neurologia. E qui è rimasto fino alla mattinata di venerdì, in cui di buonora, poco prima delle 8, ha anche chiamato a casa riferendo ai suoi familiari che si sentiva molto meglio, che era riuscito anche ad andare al bagno e che stava attendendo di essere sottoposto ad un’altra risonanza magnetica con contrasto. Che però non effettuerà mai.
Pochi minuti dopo, infatti, si è consumato il dramma. Alle 8.30 una dottoressa ha chiamato i suoi congiunti invitandoli a recarsi d’urgenza all’ospedale perché il giovane aveva subìto un grave arresto cardiaco, ma i suoi cari non hanno fatto a tempo a vederlo vivo: al loro arrivo è stata loro comunicata la tragica notizia, Aldo era deceduto. Senza ulteriori spiegazioni plausibili.
L’inchiesta
I genitori della vittima, attraverso il consulente dott. Simone Sangiovanni, hanno dunque deciso di affidarsi a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e nello stesso pomeriggio di venerdì 24 marzo hanno presentato denuncia querela presso la stazione dei carabinieri di Rocca d’Evandro esponendo i tragici fatti e chiedendo alla Procura di disporre l’autopsia sulla salma per dare loro delle risposte, accertare le cause della morte ed eventuali responsabilità da parte dei sanitari che hanno avuto in cura il giovane. Un’accorata istanza che è stata subito riscontrata, con l’apertura di un fascicolo da parte del magistrato inquirente e con l’affidamento a un proprio consulente tecnico della perizia autoptica.