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Consigliere comunale sospeso dopo l’arresto della Finanza

Casagiove. Il Prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, con provvedimento adottato in data odierna, ha disposto, ai sensi dell’art. 11, comma 2, del decreto legislativo n. 235/2012, la sospensione ope legis di Danilo D’Angelo dalla carica elettiva di consigliere comunale di Casagiove.

Il provvedimento è stato adottato a seguito dell’Ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, con la quale il predetto amministratore è stato sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere, nell’ambito di un’attività di indagine condotta dalla Procura della Repubblica presso quel Tribunale.

L’inchiesta

Un imprenditore attivo nel settore della logistica all’interno dell’Interporto Sud Europa di Marcianise, il napoletano Luca Manco, e il suo commercialista, Danilo D’Angelo (consigliere comunale di Casagiove e già candidato sindaco) sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza e condotti in carcere su ordine del Gip del tribunale di Napoli. Sono questi i nomi dei due fermati nell’indagine coordinata dalla Procura di Napoli.

L’ipotesi degli investigatori è quella che i due indagati abbiano messo in atto un articolato sistema di frode fiscale realizzata con l’emissione di documentazione falsa e in particolare di oltre 2.600 fatture per operazioni inesistenti emesse da società cosiddette “cartiere”, ovvero fittizie, create dagli indagati solo per porre in essere le operazione illecite, ma prive di qualsiasi struttura organizzativa. I finanzieri della Compagnia di Marcianise hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili riconducibili ai due indagati e del valore stimato di oltre 6 milioni di euro.

Il sistema

Già nel febbraio 2022 l’imprenditore e il suo commercialista-consulente fiscale erano stati colpiti dalla misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare, rispettivamente, l’attività imprenditoriale e professionale, ma incuranti dell’ordine giudiziario, hanno proseguito nell’attività illecita, creando una società “cartiera” tutta nuova con cui hanno realizzato ulteriori profitti illeciti per sei milioni di euro (somma che corrisponde a quanto sequestrato), aggravando così la loro posizione.

I finanzieri hanno scoperto che l’imprenditore, grazie alla regia del consulente fiscale, avrebbe realizzato in totale negli ultimi anni ingenti risparmi di imposta, in particolare costi indeducibili per un valore di oltre 40 milioni di euro ai fini delle imposte dirette e di IVA indetraibile per un valore di oltre 8,6 milioni di euro. Ai due indagati sono contestati numerosi reati, ovvero l’autoriciclaggio, il falso in bilancio, la bancarotta documentale e fraudolenta, l’indebita percezione di erogazioni pubbliche e le indebite compensazioni effettuate con l’utilizzo di crediti inesistenti.