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L’ultimo viaggio del ras latitante prima di andarsi a costituire in carcere

Santa Maria a Vico. Il ras Domenico Nuzzo è diventato famoso anche in quel di Reggio Emilia. Ieri, nel corso della conferenza stampa nello studio del legale di Carmine De Lucia, alcuni giornalisti emiliani hanno posto delle domande proprio sul rapporto che intercorreva tra i due.

E’ stato proprio il protagonista della mattinata a dire: “Incontrai Nuzzo nel giugno 2020 per i terreni, lui abita tre case più avanti della mia. Siamo cresciuti insieme, poi io sono andato via. Lo conoscevo di nome ma non lo vedevo da trent’anni. Mi chiese di fare da mediatore per vendere i terreni, ma io dissi di no: sapevo chi era e non volevo avere a che fare con lui”.

Per come ne hanno parlato in quella conferenza, la zona della valle non ne esce bene, soprattutto Santa Maria a Vico, su questo stendiamo un velo pietoso.

Il pallino del mediatore è diventata una costante in questi anni per Mimmariello, si inseriva nelle situazioni allo scopo poi di ricavare soldi, una tangente, come lui la chiamava, l’agibilità. Di questo tipo di operazioni ne ha tentate di fare parecchie, la Finanza di Marcianise ha raccolto tutte queste informazioni, hanno risme di faldoni. Faceva lo stesso anche nell’altra zona della valle, un indomito della ‘zuppa’.

Intanto emerge sempre di più un aspetto: nelle sue tre settimane di latitanza, Domenico Nuzzo è stato aiutato anche da persone della frazione San Marco. Non è stato solo nella zona di Airola, l’ultima sera ad esempio è venuto proprio a San Marco, forse per salutare la famiglia e fornire le ultime consegne a qualche fedelissimo rimasto. Poteva essere l’occasione per beccarlo prima della spontanea decisione di costituirsi all’alba del giorno dopo. Invece è riuscito a farla franca fino alla fine, proprio come il consuocero Alessio Biondillo.