
Santa Maria a Vico. Da quanto emerge dall’inchiesta della Guardia di Finanza, sotto l’egida del magistrato della DDA Landolfi, il cimitero di Santa Maria a Vico ed in particolare l’assegnazione di molte cappelle, era nelle mani del clan Massaro 2.0, con Domenico Nuzzo detto Mimmariello nelle vesti di direttore d’orchestra.
Tutto comincia addirittura nel 2010 quando il ras Carmine Liparulo, detto Schiattubello, si presenta al cospetto della ditta Le Ceneri a nome dei sammarchesi ed estorce una cappella che sarà intestata al padre, senza corrispondere alcun euro.
L’estorsione a detta dell’imprenditore denunciante fu però effettuata al cospetto del padre, infatti a lui viene mostrata la foto di Schiattubello, e non saprà riconoscerlo.
Nel 2019 si presenta a casa di questo imprenditore Mimmariello Nuzzo che riuscirà a strappare la quietanza di falso pagamento di quella cappella che sarà poi rivenduta direttamente dall’organizzazione e con il beneplacito di Liparulo che l’aveva estorta.
Sempre secondo i verbali dell’imprenditore, la ditta si sarebbe rivolta a Pasquale Crisci per richiedere il pagamento della cappella di sua cognata, sorella del ras Massimo Migliore.
Nel verbale viene fuori che Crisci avrebbe detto alla ditta di desistere, più volte, in quanto suo cognato avrebbe potuto intercedere verso altri criminali della zona affinché non gli andassero più a rompere le scatole con le richieste di pizzo.
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