
Frasso/San Felice a Cancello. Tra pochi giorni si pronuncerà la corte di Assise di Appello in merito all’omicidio del pastore Giuseppe Materazzo, avvenuto il 19 luglio del 2018, ucciso a colpi di pistola dinanzi alla sua abitazione alla contrada Selva a Frasso Telesino.
Alla sbarra di Giuseppe Massaro, 58 anni, di Sant’Agata dei Goti, condannato all’ergastolo, al pari di Generoso, 33 anni, di San Felice a Cancello.
Massaro è accusato di aver messo a disposizione la sua rivoltella, una 357 Magnum, legalmente detenuta, e ritrovata dai carabinieri, il talanicense Nasta di aver guidato la macchina del Massaro, una Croma, per compiere il delitto.
Secondo la difesa bisogna fare un focus su piste alternative non esplorate in precedenza, una rinnovazione dell’istruttoria, questo è l’obiettivo.
Durante la prima udienza gli avvocati difensori hanno chiesto di ascoltare il tecnico ingegnere che si era occupato di inviare i dati gps della macchina e anche 3 carabinieri.
Due dei suddetti avevano ricevuto un esposto anonimo con i nomi due persone indicate come gli autori dell’omicidio, il terzo aveva visionato le telecamere attorno alla casa del Massaro
In particolare, nel corso della prima udienza – Massaro era collegato in videoconferenza dal carcere di Ariano Irpino, Nasta era in aula – i legali hanno chiesto di ascoltare l’ingegnere che aveva inviato ai carabinieri i dati relativi al Gps della macchina di Massaro, e tre militari: due avevano ricevuto il giorno degli arresti un esposto anonimo con i nomi di due persone indicate come gli autori del delitto, l’altro aveva invece visionato le immagini delle telecamere nella zona dell’abitazione di Massaro.
Inoltre sempre la difesa ha richiesto una nuova perizia sulla pistola e l’acquisizione di una consulenza sui dati del cellulare di Massaro, mai depositata dal pm. Infine ci sarebbe un’intercettazione relativa ad una persona di Sant’Agata che, parlando con un’altra, aveva affermato di aver ricevuto la proposta di 20 mila per uccidere Materazzo
Secondo gli inquirenti, l’omicidio ha come sfondo una vicenda a dir poco drammatica: un mese prima di essere ammazzato, Matarazzo aveva terminato di scontare una condanna a 11 anni e 6 mesi perchè riconosciuto responsabile di abusi sessuali ai danni di una 15enne che il 6 gennaio del 2008 si era tolta la vita impiccandosi ad un albero.
Una storia terribile, un delitto che avrebbe come movente la vendetta, rispetto al quale mancano ancora il mandante e l’autore dell’omicidio. I familiari della vittima, parti civili, sono rappresentati dagli avvocati Antonio Leone e Tullio Tartaglia.
Per la difesa ci sono gli avvocati Angelo Raucci ed Orlando Sgambati.

