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Regolamento su vendita degli immobili, Aveta: “Magra figura della maggioranza”

Santa Maria Capua Vetere. «Ancora una volta, in consiglio comunale, l’amministrazione Mirra mostra due delle sue caratteristiche peculiari: la superficialità e il rifiuto del confronto con la minoranza». Così Raffaele Aveta, capogruppo di “Alleanza per la città – M5S – Verdi” a Santa Maria Capua Vetere, commenta la seduta ad alta tensione dell’ultimo civico consesso dell’anno.

All’ordine del giorno figurava il regolamento per la vendita degli immobili comunali, sul quale il gruppo di opposizione ha presentato una serie di emendamenti.

«Pur di non votarli e, di fatto, ammettendo le carenze che abbiamo sottolineato – spiega Aveta – l’amministrazione è stata costretta a ritirare il regolamento. Non è la prima volta che un esame appena un po’ più approfondito da parte nostra ha indotto la maggioranza a fare marcia indietro per evitare brutte figure».

In particolare, gli emendamenti del gruppo di opposizione erano incentrati su due aspetti fondamentali: un criterio di priorità alla vendita degli immobili situati al di fuori del territorio comunale e un principio di trasparenza, a tutela sia della pubblica amministrazione sia degli stessi cittadini potenziali acquirenti.

«Insieme ai consiglieri Crisileo e Talento abbiamo chiesto – aggiunge il leader dell’opposizione – di approvare un emendamento che fissasse una precedenza per l’alienazione degli immobili situati fuori dal territorio comunale. Questo consentirebbe di reperire risorse per valorizzare quelli situati in città, al fine di favorirne il riutilizzo collettivo, prima di procedere all’eventuale vendita degli immobili privi di rilevante interesse pubblico».

Quanto alla trasparenza, Aveta ha sottolineato per esempio «l’opportunità di prevedere la pubblicazione dei bandi anche sul Bollettino ufficiale della Regione Campania. Così come sarebbe opportuno – aggiunge l’esponente di minoranza – stabilire già nel regolamento, non lasciandolo alla discrezionalità dei singoli bandi, un termine minimo per la presentazione delle offerte, fissato in trenta giorni. Si tratta, evidentemente, di emendamenti (alcuni dei quali ritenuti ammissibili dagli stessi dirigenti comunali) che intendono migliorare un regolamento carente sotto vari profili».

All’esito dello scontro politico tra Aveta e Mirra, comunque, «l’amministrazione è stata costretta a ritirare il provvedimento. Il sindaco Mirra – conclude Aveta – parla tanto di “rispetto delle istituzioni”, ma in realtà dimostra solo una chiusura pregiudiziale a qualsiasi contributo dell’opposizione, anche se questo è meramente tecnico e di natura giuridica, con il fastidio di chi non ama essere disturbato e messo in discussione».