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Reggia di Carditello: gioiello del casertano tutto da scoprire

SAN TAMMARO – La Real tenuta di Carditello, nota anche come Reggia di Carditello, è una dimora storica, costruita per volere di Ferdinando IV di Borbone nel 1787, nel comune di San Tammaro, in provincia di Caserta. La magione, sorta su un sito già precedentemente destinato da Carlo III all’allevamento e alla selezione di cavalli della razza reale, è un gioiello incastonato nel cuore delle campagne casertane.

A farci da guida con passione e professionalità alla vista del sito, sono Michele Amordeluso e Chiara Santoro, della Fondazione Real Sito di Carditello, “costituita dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dalla Regione Campania e dal Comune di San Tammaro per promuovere la conoscenza, la protezione, il recupero e la valorizzazione del Real Sito di Carditello e delle aree annesse.”

La Reggia di Carditello fu ideata da re Ferdinando IV non solo come un casino di caccia, ma anche come “fattoria modello”, del tutto autosufficiente, preposta all’allevamento dei cavalli reali, la preziosa razza Persano, e alla coltivazione di grano e altri prodotti agricoli.

La Reggia, realizzata su progetto dell’architetto romano Francesco Collecini, allievo di Luigi Vanvitelli, vantò la direzione dei decori artistici e degli arredi a opera del celebre pittore di corte Jacob Philipp Hackert, già noto per la sua attività alla Reggia di Caserta e a San Leucio.

Le guide ci spiegano che il sito era considerato un luogo di evasione dai sovrani Borbone, molto amato dalla regina Maria Carolina, e frequentato dai più intimi della Corona di Napoli: era qui infatti, lontani da occhi indiscreti, che i monarchi usavano tenere consigli e riunioni particolarmente delicati.

Molte le storie legate al Real sito, come quella che vede protagonisti i maestri casari della Reggia, coinvolti nella preparazione di un cacio che fosse come quello di Parma, il parmigiano, di cui i sovrani erano ghiotti.  I poveri casari, tuttavia, non furono in grado di realizzare ciò che i monarchi chiedevano, ma solo delle bolle bianche e morbide, del tutto diverse dal formaggio duro che intendevano preparare. Fatto sta che quelle bolle piacquero molto a Maria Carolina, e da questo “errore” dei casari del Real sito di Carditello nacque la mozzarella.

Fino al 2014, anno dell’acquisizione del sito da parte del Ministero dei Beni Culturali, la Reggia ha versato in condizioni a dir poco pietose: oltre un secolo di incurie, furti e mala amministrazione avevano trasformato il Real sito di Carditello in un rudere che, senza la passione e la determinazione della Fondazione, dei volontari e di numerosi benefattori, sarebbe andato perduto per sempre.

Oggi la Reggia è visitabile per buona parte della sua vasta area di estensione: è possibile visitare la coorte, gli interni, la chiesa e le stalle, ammirare e far conoscenza con i meravigliosi cavalli Persano, ancora allevati come ai tempi dei Borbone e, per i più arditi, addirittura prenotare un giro in mongolfiera, per ammirare la Reggia dall’alto in tutto il suo splendore.