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Pezzotto, ora rischiano anche gli utenti: i conti e i guadagni di capi e broker

Caserta. “Dopo l’operazione della Procura distrettuale di Catania oltre 900.000 italiani, sorpresi a guardare illegalmente contenuti a pagamento, rischiano gravi conseguenze penali ed economiche. Una rivoluzione culturale e normativa non è più rinviabile. Serve un’alleanza di sistema che rimetta al centro la tutela dei contenuti. La notizia di questa mattina ci dimostra che una via c’è”.

Così il commissario Agcom Massimiliano Capitanio dopo gli esiti dell’operazione, denominata “Gotha”, che ha portato allo smantellamento di una banda che operava a livello transnazionale e che da sola gestiva il 70% dello streaming illegale in Italia, coinvolgendo oltre 900.000 utenti dislocati su tutto il territorio nazionale. Le città interessate dalle perquisizioni sono state, infatti, Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Caserta, Catania, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Novara, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siracusa, Trapani, L’Aquila e Taranto.

Il boss e i 5 colonnelli

La struttura era fortemente gerarchica e c’era un gruppo ristretto, operante tra Catania, Roma, Napoli, Salerno e Trapani, che ha costituito una sorta di ‘Gotha’ del mercato nazionale illegale dello streaming. Il dato è evidenziato anche da intercettazioni in cui si ricostruisce che “c’è un boss… 5 capi decine”. Il gruppo vuole che si tenga un basso profilo e contesta a uno di loro esporsi troppo perché “spendi 50mila euro l’anno per l’auto nuova” e “compri scarpe da 300 euro”. Ma al momento non emergono contatti con la criminalità organizzata. Alcuni degli indagati sono ufficialmente nullatenenti e percettori di Reddito di cittadinanza. I soldi guadagnati illegalmente sono stati reinvestiti in operazioni finanziarie, acquisti di immobili, beni di lusso, società commerciali.

Il direttore della Polizia postale, Ivano Gabrielli, sottolinea il rischio di sottovalutazione da parte dei ‘clienti’: “chi fa l’abbonamento illegale – spiega – magari pensa che stia facendo una piccola cosa, ma in realtà contribuisce fattivamente a finanziare un mercato criminale con ricavi enormi”. Le indagini riguardano anche i ‘venditori’, che avevano un utile di 2-3 euro a ‘contratto’.