SANTA MARIA CAPUA VETERE. Un’aula da 600 metri quadrati con 400 posti a sedere, 120 postazioni con microfono, un maxischermo e diverse tv per una visione completa e uniforme: è la nuova aula bunker del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che da lunedì 7 novembre ospiterà il maxi-processo a 105 imputati, tra poliziotti penitenziari, funzionari medici e del Dap, che rispondono delle violenze ai danni dei detenuti avvenute nell’attiguo carcere il 6 aprile 2020.
Oltre duecento persone – con gli imputati saranno presenti avvocati e vittime – che saranno sistemate in massima parte nella grande aula (la B2) e il resto nella più piccola (la B1), con 120 posti a sedere e ovviamente collegata con la “sorella maggiore”.
Le due aule bunker, insieme agli altri locali dell’edificio che le ospita, sono state ristrutturate nel tempo record di due mesi dal Ministero della Giustizia con un spesa di 600mila euro (400mila per la parte impiantistica, 200mila per quella edile), e oggi consegnate al presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Gabriella Maria Casella nel corso di una cerimonia cui hanno preso parte i vertici dell’ufficio giudiziario sammaritano, il presidente del vicino tribunale di Napoli Nord Luigi Picardi, il direttore generale del Ministero della Giustizia Massimo Orlando e il capo dell’ufficio Gestione Immobili del Dicastero di via Arenula Domenico Menale. “Del risultato raggiunto in così poco tempo va dato merito ai lavoratori delle ditte impegnate nelle opere e all’impegno del Ministero” dice un’entusiasta Casella.
“Oggi – aggiunge il magistrato – abbiamo una struttura che restituisce un’immagine positiva del nostro distretto giudiziario, perché è dotata di tutte le moderne attrezzature tecnologiche, è efficiente e funzionale, e potrà essere usata per particolari tipi di processi e anche dal tribunale di Napoli Nord, che ha problemi di aule in cui far celebrare i processi. Ci dicono che la giustizia va velocizzata, io dico: allora dateci le risorse e noi andremo più veloci, come abbiamo dimostrato oggi con i lavori all’aula bunker”.
Appena nel giugno scorso, nelle due aule non ancora ristrutturate, si era tenuta l’udienza preliminare che aveva mandato in giudizio i 105 imputati del processo per le presunte torture al carcere di Santa Maria Capua Vetere. Quindi il Ministero ha approntato il progetto e a settembre sono partiti i lavori; la B2 è stata ampliata con l’abbattimento di un muro e spostando in un’altra area dell’edificio le stanze per le camere di consiglio. E’ stata creata anche una sala stampa per permettere ai giornalisti di seguire i processi.
Lavori a tempo di record
Il direttore generale di via Arenula Orlando spiega all’Ansa che nonostante siano “appena 13 gli ingegneri al Ministero, siamo riusciti a portare a termine lavori importanti in poco tempo. Tra breve arriveranno 40 tecnici con contratti a tempo determinato, ma abbiamo bisogno di più risorse stabili per poter andare avanti più celermente, visto che mediamente un procedimento amministrativo, tra progettazione, gare e affidamenti, dura in media tre anni”.
Le nuove aule del bunker saranno utilizzabili anche per i processi del Tribunale di Napoli Nord, che ha sede nella vicina città di Aversa; un tribunale nato appena nel 2013 ma con un carico di lavoro già tra i più alti d’Italia e con carenza di aule, di spazi e risorse umane tra magistrati e amministrativi, tanto che molti processi penali con imputati a piede libero vengono calendarizzati al 2026.
“Il Ministero – dice Menale – è molto impegnato nel far funzionare Napoli Nord; stavamo realizzando l’aulario con cinque aule poi i lavori si sono fermati per il ritrovamento di un arco antico, ma proseguiranno, e inoltre presto sposteremo presto l’Unep in un immobile confiscato e costruiremo un parcheggio per 300 posti”.