CASERTA. Verdetto bis per il titolare di una nota pescheria casertana. La Corte di Appello ha condannato a due anni il commerciante, dopo la richiesta di concordato in Appello avanzata dai suoi legali. In primo grado il 31enne era stato condannato a 2 anni e 8 mesi, ora la pena cala in virtù di questo percorso, che l’ha portato a confessare gli addebiti contestati dalla Procura.
Luigi P., imprenditore del settore ittico, molto noto in città ed accusato di usura ed estorsione nei confronti di un impresario di eventi e spettacoli, rappresentato dall’avvocato Gianluca Giordano.
Impresario strozzato dal lockdown
Stando alla denuncia della vittima nel novembre 2019, per fare fronte a impellenti necessità finanziarie legate alla sua attività economica e non avendo più la possibilità di rivolgersi agli ordinari canali bancari, si era visto costretto a richiedere un prestito al commerciante, confidando di poter rimborsare in breve tempo il debito contratto (pari a complessivi 15 mila euro, di cui 10 mila a titolo di capitale e 5 mila sotto forma di interessi, con un tasso iniziale del 600%), grazie agli introiti che gli sarebbero derivati da alcuni eventi già programmati per la prossima stagione.
Tuttavia, anche a causa del lockdown conseguente allo scoppio dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, l’imprenditore non era riuscito a restituire la somma originaria pattuita (che, nel frattempo, era repentinamente lievitata in ragione degli elevati tassi di interesse imposti dal patto illecito, fino a raggiungere un importo di 190 mila euro), così da indurre il titolare della pescheria. a esercitare gravi azioni di natura estorsiva, culminate sia in aggressioni fisiche che in esplicite intimidazioni e minacce, persino di morte, nei confronti dell’imprenditore e della sua famiglia (“ti ammazzo”, “ti sequestro fino a quando non mi porti tutti i soldi”, “ti taglio la gola” “butto giù dal balcone prima a te e poi a tuo padre”).
L’imprenditore si era visto costretto a consegnare una somma di 70mila euro raccolta presso parenti ed amici. Era stato ideato anche un piano di ammortamento del debito in base al quale l’imprenditore avrebbe dovuto versare una rata mensile di mille euro per 10 anni.